Il Zogo va a Campocroce Mirano in festa con l’oca

Settantamila persone in piazza Martiri in un fine settimana di sole Le sfide dell’ovale conquistano anche gli ospiti francesi di Sarlat

di Filippo de Gaspari

MIRANO

All’ultimo minuto Campocroce trionfa al Zogo de l’Oca. Beffa per la squadra del capoluogo, quasi sempre in testa: decide tutto l’ultimo lancio di dadi capitan Tiziano Zampieri che a un minuto dallo scadere fa 6 e manda direttamente il suo alfiere alla casella numero 63. Se non fosse tutto in mano alla sorte, come in qualsiasi gioco di dadi, ci sarebbe da sospettare in una combine.

Invece Mirano riscopre il piacere vero del Zogo, quello fatto di giochi e divertimento: la città dimentica per un pomeriggio i guai politici nazionali e locali (per la prima volta tribuna d’onore senza sindaco né commissario) e crisi economica, portando in piazza per due giorni oltre 70 mila persone. È il record di sempre. Una mano la dà senza dubbio il bel tempo, ma se anche i francesi di Sarlat (la patria dell’oca con cui è in atto da qualche anno un gemellaggio nel nome del pennuto) alla fine applaude all’Italia e alla sua straordinaria capacità di organizzare eventi come questo, nonostante la crisi, qualcosa di buono senza dubbio ci sarà. I miranesi per l’oca non badano a spese: biglietti a ruba e tribune gremite, nell’arena di piazza Martiri la Pro Loco riempie tutti i 2.500 posti disponibili.

Chi glielo fa fare, con biglietti che costano fino a 18 euro, quasi più che andare a teatro? Ma il Zogo non delude le aspettative: anche quest’anno le squadre regalano sprazzi di goliardia e imprevedibilità e il pubblico si diverte come bambini.

A inizio gara è un susseguirsi incredibile di sfide-spareggio tra le frazioni, che ad ogni passaggio si ritrovano appaiate nelle stesse caselle. Ma in due nella stessa pedana non ci si può stare: così Ballò contro Scaltenigo, Vetrego contro Zianigo, Scaltenigo contro Vetrego si danno battaglia tra tiri alla fune, balle di fieno, lanci di formaggi, corse ai sacchi. Non ci si può annoiare. Campocroce si fa vedere di tanto in tanto, ma gioca nelle retrovie. Mirano invece non gioca mai, fa la sua gara in testa e non capita mai nelle caselle-gioco. L’esatto contrario di Vetrego, costretta a giocare praticamente contro tutti. I blu arrivano a fine gara letteralmente stremati. E la sfortuna? Nel Zogo si chiama casella numero 58: la morte. Nessuno la nomina, tutti la chiamano, ognuno spera di non capitarci. Quest’anno la sventura colpisce a 4 minuti dalla fine i verdi di Zianigo. Per giocatori e tifoseria è una tragedia e significa tornare alla partenza. Non c’è il tempo per disperarsi, i dadi passano a Zampieri che totalizza un bel 6. Dalla casella 57 direttamente alla 63, l’ultima. È vittoria.

E’ festa di colori e di sorrisi: a detta di organizzatori e presenti uno dei giochi più belli di sempre, un’ora e mezza riempita di tutte le possibili prove, con continui colpi di scena e l’entusiasmo caloroso del pubblico incitato dai mattatori Salvatore Esposito e Roberto Gallorini. L’edizione della Fiera dell’oca non è da meno. Il tempo dà un mano a fare il pienone per tutto il weekend. Già alla vigilia alberghi e ristoranti avevano registrato il tutto esaurito.

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