Il ventenne morto ad Adria correva con una GoPro sul casco

Cavarzere. Stefano Trovò è caduto da solo con la moto - una Suzuki Motard - schiantandosi sul guardrail. Il video registrato dalla telecamera all’esame dei carabinieri

CAVARZERE. Emergono nuovi elementi sulla dinamica dell’incidente stradale che venerdì sera è costato la vita a Stefano Trovò, il giovane di 20 anni caduto rovinosamente sull’asfalto dopo aver perso il controllo della sua moto, una Suzuki modello Motard.

Le indagini degli inquirenti, affidate ai carabinieri di Adria, hanno scoperto che il ragazzo aveva montata sul casco una go-pro, ovvero una piccola telecamera molto utilizzata dai giovani per riprendere le proprie imprese. E sulla stessa dinamica dell’incidente i carabinieri non hanno alcun dubbio: Stefano è caduto da solo senza il coinvolgimento di nessun altro veicolo.

Schianto in moto, muore a soli vent'anni
Foto POlesine24.it

Il filmato, visionato dagli uomini dell’Arma, mostrerebbe in pratica gli ultimi istanti di vita del giovane, con la moto che ad un certo punto si sarebbe impennata, quindi la perdita di controllo del mezzo che finisce contro un guard rail, vicino al ponte sull’argine del Canal Bianco, ad Adria, a pochi metri dai cantieri Vittoria.

L’unico dubbio che ancora rimane riguarda il fatto se la moto si sia impennata per una brusca e improvvisa accelerata o se sia stata un’azione volontaria del ragazzo. Per questo i carabinieri non hanno nemmeno sequestrato la piccola telecamera e il corpo di Stefano è stato consegnato alla famiglia per l’organizzazione delle esequie, che si terranno martedì alle 15.30, non essendo necessario l’esame autoptico.

stefano trovò - persone discutono della tragedia in piazza
stefano trovò - persone discutono della tragedia in piazza


Tra i soccorritori un volontario della Croce Verde, suo amico che abita vicino al luogo dell’incidente. «Sono stato tra i primi a soccorrerlo», racconta in lacrime, «eravamo amici, giocavamo a calcio assieme. Non riesco ancora a crederci, quando sono arrivato giaceva a terra in una pozza di sangue, esanime, era purtroppo già morto. Se ne è andato un ragazzo solare».

A Cavarzere, la morte improvvisa di Stefano ha lasciato nello sgomento un’intera comunità. In vicolo Ramo Crociera, dove il ragazzo abitava con i genitori, c’è un clima surreale. Nelle vicinanze la pasticceria Celio, frequentata dai genitori di Stefano. «Lo conoscevamo», racconta la titolare del negozio, «perché abitava ad una ventina di metri da qua. Il papà e la mamma vengono spesso qui da noi. Stiamo parlando di un’ottima famiglia, gente perbene, il papà geometra e il nonno che per tanti anni ha fatto il barbiere in un salone sotto i portici del municipio».

Arrivano anche le condoglianze alla famiglia del sindaco Henri Tommasi: «Lo conoscevo di vista e quando succedono queste cose non trovi le parole. Sono molto vicino alla famiglia». Il parroco di San Mauro, don Andrea Rosada ha visitato ieri i genitori: «Sono molto provati e distrutti, Stefano lo conoscevo sin da bambino quando faceva il chierichetto in parrocchia. Stiamo valutando di svolgere il funerale all’aperto, sul campo sportivo dei padri canossiani». —

daniele zennaro. © RIPRODUZIONE RISERVATA .

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