Preghiere al centro islamico a San Donà, il Comune ordina la chiusura

I controlli dei vigili in via Monte Popera hanno fatto emergere che nella struttura i fedeli si riunivano anche per pregare: revocata l’agibilità. Il sindaco: «Impiego incompatibile con la destinazione urbanistica. Professare una religione è una libertà costituzionale, ma nel rispetto della legge»

Giovanni Cagnassi
Lo stabile della comunità islamica in via Monte Popera a San Donà
Lo stabile della comunità islamica in via Monte Popera a San Donà

Centro di preghiera e non culturale, revocata l'agibilità alla comunità islamica di San Donà che aveva aperto il centro in via Monte Popera. I controlli della polizia locale hanno accertato che all'interno gli islamici si trovavano anche per pregare. E il Comune è subito intervenuto con gli uffici.

«Il risultato degli accertamenti svolti dalla polizia locale e dall'ufficio tecnico comunale», premette il sindaco di San Donà, Alberto Teso, «ovviamente dopo l'avvenuta apertura del centro, dimostra in maniera inequivocabile che l'immobile in questione viene utilizzato come luogo di culto, impiego incompatibile con la destinazione urbanistica dell'area ove si trova, che è commerciale. La Scia originaria era stata presentata per la realizzazione di un centro culturale e come tale deve essere utilizzato l'immobile. Inoltre, per creare un luogo di culto collettivo sono necessarie autorizzazioni diverse e più complesse, anche ai fini della sicurezza di chi vi accede».

«La libertà di professare liberamente ogni connessione religiosa è principio costituzionale e di civiltà, che noi non intendiamo assolutamente ostacolare, ma tutto deve essere svolto nel rispetto della legge», conclude il sindaco, «Ho già parlato con i rappresentanti della comunità islamica ed ho spiegato loro la situazione, chiarendo che è necessario che si mettano in regola, limitandosi ad utilizzare l'immobile come centro culturale e non come moschea».

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