«Il Veneto deve gestire le proprie risorse»

Manifestano quattrocento indipendentisti: «La Catalogna sarà la nostra scuola»
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 09.11.2014.- Indipendentisti San Marco
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 09.11.2014.- Indipendentisti San Marco

Indipendentisti Veneti a Barcellona per sostenere il referendum (consultazione diretta) dell’indipendenza della Catalogna. Altri, quattrocento, sono arrivati in riva degli Schiavoni per manifestare l’indipendenza dei “popoli veneto e catalano”. Sventolavano bandiere e gridavano “Indipendenza, Indipendenza”. Alle 12,35 il collegamento video con la città spagnola. Da là hanno parlato il professor Marco Bassani («Bisogna far votare la gente») e Alessio Morosin, fondatore del movimento Indipendenza Veneta («Il Veneto e la Catalogna sono uniti»).

In città si sono alternati esponenti provenienti dalle varie province venete. Tra questi il portavoce, area cittadellese, Michele Favero: «Ci interessano il diritto di voto e l’indipendenza: il Veneto deve gestire le proprie risorse. Non vogliamo l’autonomia, è un modo servile. Non vogliamo riconoscere lo Stato italiano. La Regione ha un modo irresponsabile, scorretto e sconveniente di procedere. Sta violando una legge votata e tace sul versamento sul conto corrente: bastano 3 euro a testa. Continuiamo a chiamare Zaia, che versi anche lui la quota, e l’assessore regionale competente Ciambetti, ma non rispondono».

Il veneziano Lorenzo Greco, in collaborazione con l’Associazione Giovani Veneziani, Gli Ultimi Veri Veneziani e Europa Veneta, ha comunicato: «Ieri, commemorazione del primo santo patrono di Venezia, San Teodoro, volevamo usare i pili portabandiere per far sventolare il gonfalone di San Marco. La richiesta ci è stata negata dal Comune di Venezia con la seguente motivazione: i pili possono essere usati solo nelle occasioni previste dalla vigente normativa per esposizione della bandiera nazionale e eccezionalmente in eventi organizzati dall’amministrazione comunale».

Adriano Cometto è arrivato da San Bonifacio (Verona). Solleva un cartello: “Zaia peggio di Galan”. L’uomo ha parole di fuoco contro il Governatore del Veneto: “È italiano, è nemico del popolo veneto come Tosi. Non appoggiando il referendum ci prende in giro». Si avvicina un organizzatore e invita l’uomo ad abbassare il cartello: «La polemica non serve. Lei è libero di pensare ma non esprima qui il suo pensiero». Enrico Ballan di Santa Maria di Sala: «La Catalogna sarà scuola per noi». Davide De Nardo di Vittorio Veneto: «Ero di centrosinistra ma quei partiti si sono allontanati dalla gente». Angela Franceschini e Carla Gavagnin del Lido: «Il Veneto è colonia della Germania e dell’Europa».

Nadia De Lazzari

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia