«Il Teatro Stabile non scelga il manager di estrema destra»

La risposta del presidente Bellotto: «Il consigliere allude a imbrogli, lo querelo» Tra i candidati il veronese Gamba, vicino a Fratelli d’Italia
Fotoagenzia Candussi / Ferrazza / Via Canal , Mestre / Presentazione progetto Marghera loves forever, rappresentante M9
Fotoagenzia Candussi / Ferrazza / Via Canal , Mestre / Presentazione progetto Marghera loves forever, rappresentante M9

VENEZIA

Alla vigilia della scelta per la nuova figura di «executive manager» del Teatro Stabile del Veneto, il neo eletto consigliere comunale del Pd Giuseppe Saccà interviene mandando su tutte le furie il presidente Giampiero Beltotto. «Saccà è un diffamatore e voglio querelarlo» spiega, aggiungendo: «Scriva pure che quando ero piccolo usavano le spranghe, ora la penna».

Il consigliere comunale aveva ripreso un articolo pubblicato nella stampa veronese una settimana fa (e mai smentito) in cui, descrivendo alcuni cambi di ruolo all’interno del Comune di Verona, si affermava che Fabio Gamba, attuale direttore generale del Comune di Verona, sarebbe in corsa per il nuovo incarico al Teatro Stabile del Veneto.

In una nota, il consigliere dem si sofferma sulla figura di Fabio Gamba, ricostruendo la sua storia in ambienti di estrema destra, citando articoli usciti anche a livello nazionale. «Secondo queste indiscrezioni le dinamiche che stanno muovendo il cda sono tutt’altro che legate al bene dell’Ente, ma rispondono a un vizio della politica italiana, ovvero la spartizione partitica delle poltrone» scrive Saccà. «Dall’articolo si evince che sono in corso una serie di dinamiche tutte interne al Comune di Verona e in particolare di uno specifico partito: Fratelli d’Italia».

Beltotto, non appena informato del comunicato, si è arrabbiato: «Saccà dice in pratica che noi abbiamo già deciso la nomina di un concorso pubblico» tuona il presidente dello Stabile del Veneto. «Questa non è critica politica, questa è diffamazione perché lascia intendere che io o altri stiamo imbrogliando o cambiando le carte di un concorso pubblico».

Saccà ricorda «le solide radici di militanza nel Movimento Sociale Italiano e le nostalgie per il Ventennio» di Gamba e conclude: «La sua esperienza nel campo della gestione di istituzioni culturali è pari a zero e chiunque rivestirà ruoli manageriali deve avere un profilo lontano dall’estrema destra italiana».

Saccà si domanda se la figura di executive manager, nuova per lo Stabile, sia davvero necessaria, e annuncia che farà un’interpellanza affinché il consiglio comunale «possa esprimere una visione strategica dell’ente» dato che il Comune è tra i soci fondatori. In effetti la scelta di un executive manager aveva creato forti disaccordi nel cda diviso tra chi sosteneva che il direttore artistico dovesse essere sgravato dal peso della gestione amministrativa e che invece sosteneva che dovesse essere la stessa persona. Alla fine si è deciso per due figure distinte. A breve verrà aperta la ventina di buste arrivate (mai così tante) e si saprà, dunque, quale scelta farà lo Stabile. Entro gennaio verrà inoltre indetto il concorso per il nuovo direttore dato che l’attuale Massimo Ongaro sta per terminare il mandato. —



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