Il Tar “promuove” le villette di Ca’ Roman

Niente da fare per gli ambientalisti: per il Tar Veneto, il progetto immobiliare di Ca’ Roman può andare avanti.
I giudici del Tribunale amministrativo regionale, infatti, hanno respinto la richiesta di sospensiva presentata da Italia Nostra contro la delibera di giunta comunale che ha approvato il piano di recupero di iniziativa privata, autorizzando di fatto Società Ca’ Roman, a realizzare 42 villette con darsena (per un totale di 84 appartamenti e 24 mila metri cubi) nell’area limitrofa all’oasi Wwf, dove sorgeva il convento delle suore Canossiane, con relativa colonia marina. I giudici hanno però negato la sospensiva, con una motivazione che è sì provvisoria - in attesa della sentenza definitiva - ma di fatto anticipa nelle motivazioni un giudizio di merito. Cosa che raramente accade. Nella loro ordinanza, infatti, i giudici della II sezione scrivono che «i motivi del ricorso non appaiono di probabile fondatezza, considerato - sotto il profilo del “periculum” che il danno paesaggistico e ambientale prospettato dalla ricorrenze e allo stato indimostrato - risultando, piuttosto, che il piano di recupero in questione rispetti i propri scopi di valorizzazione e riqualificazione paesaggistica dell’area, consentendo la demolizione e la ricostruzione di vecchi e fatiscenti costruzioni e l’insediamento di edifici di modeste dimensioni, che saranno realizzati su palafitte (privi dunque di fondazioni, proprio per consentire la salvaguardia delle radici degli alberi) e secondo criteri volti alla massima riduzione dell’impatto ambientale e alla preservazione del contesto naturalistico».
Un parere provvisorio che, però, suona come una pietra tombale anche per la discussione di merito sul ricorso degli ambientalisti.
Resta, comunque, la procedura di valutazione ambientale rivendicata come necessaria - questa estate - dalla direzione del ministero dell’Ambiente, che in una lettera all’Edilizia privata - i cui uffici hanno per primi autorizzato l’intervento, proprio in quanto piano di recupero - ricorda come in base alle nuove norme ambientali (la legge 106 del 2011) tutti gli strumenti attuativi dei Piani urbanistici vanno sottoposti alla verifica di Impatto ambientale allargata. Senza quella, non può essere rilasciato alcun permesso. Un aspetto, questo, che Italia Nostra potrà rivendicare in sede di discussione di merito, anche se o ra l’ordinanza dei giudici amministrativi sembra già andare “oltre”, con un parere positivo all’intervento. (r.d.r.)
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