Il Tar ci ripensa e riapre il Cayo Blanco

Accolto il ricorso presentato dal gestore per danno “grave e irreparabile”. Sorpreso il giovane etiope cacciato dal locale



I giudici del Tribunale amministrativo regionale ci ripensano e autorizzano la riapertura (avvenuta già ieri) del ristorante-bar della spiaggia “Cayo Blanco”, nonché la ripresa degli eventi organizzati dai gestori dell’attività, la Girasole snc di Fabio Damian.

Ventiquattr’ore dopo aver respinto la richiesta di sospensiva e confermato il decreto di chiusura per 15 giorni dei servizi della spiaggia, disposto dal questore di Venezia in seguito ad alcuni episodi di violenza e a un caso sospetto di razzismo avvenuto nell’ambito del locale (il rifiuto da parte dei buttafuori, di far entrare ad una festa un giovane italiano, di origine etiope), i giudici del Tribunale amministrativo regionale sono tornati sulle proprie decisioni, accogliendo - con un decreto presidenziale - il nuovo ricorso urgente presentato dai difensori dell’attività, gli avvocati Alessandro Di Blasi e Filippo Cazzagon.

Cosa è accaduto? Dopo il primo rifiuto da parte del Tar di concedere la sospensiva, la difesa ha presentato nuova documentazione, dimostrando le numerose serate organizzate e già annullate e le altre in programma nei prossimi giorni, con un danno «grave e irreparabile» per la società: condizione necessaria per ottenere la sospensiva, in attesa che i giudici decidano sul merito della questione nell’udienza dell’11 settembre.

La sospensiva - scrive ora il presidente Alberto Pasi nel decreto a sua firma, depositato ieri mattina - è stata concessa «considerato che le nuove allegazioni in punto di danno ne documentano la grave entità anche in rapporto alla situazione economica complessiva della ricorrente», «mentre la irreparabilità dei costi contrattuali sostenuti e dei correlati manati incassi è in “re ipsa” nella cancellazione degli eventi già programmati fino al 22 agosto, non recuperabili a seguito della futura delibazione collegiale dell’11 settembre, stante la chiusura della stagione balneare». E anche che «il provvedimento di sospensione ha già avuto esecuzione per circa la metà della sua durata e che la recente dissociazione della gestione dall’operato degli addetti alla sicurezza dipendenti da altra impresa ridimensiona la risonanza pubblica degli episodi contestati ed i rischi di pericoli per l’ordine e la sicurezza pubblica connessi all’esercizio».

«Certo è ben strano che un provvedimento preso il giorno prima, sia rovesciato con decreto presidenziale alla vigilia di Ferragosto, ma ci sta», commenta l’avvocato Barnaba Busatto, che rappresenta il giovane che ha presentato denuncia per discriminazione razziale subita dal personale di sicurezza al servizio della spiaggia, «in realtà, io e il cliente non avevamo interesse alla chiusura: resta il fatto che confidiamo che quanto accaduto non si replichi più e auspichiamo che la giustizia abbia sortito i propri effetti. Nei giorni scorsi il signor Damian ha chiamato il mio cliente, che ha accettato le sue scuse: ma non è stato invitato a partecipare ad uno degli eventi in programma». —



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