«Il saluto romano in piazza? Solo una rievocazione storica»

SAN DONà. Rievocazione storica con saluto romano. E nulla di più. Così i bersaglieri liquidano quanto accaduto in piazza Indipendenza. I bersaglieri in ordine sparso si difendono dopo la denuncia presentata da Sinistra Italiana del Veneto orientale contro il saluto fascista in piazza in occasione del matrimonio di uno dei bersaglieri della Fanfara. Erano stati invitati anche degli arditi del Po, gruppo storico di Ferrara, con tanto di pugnale alzato davanti agli sposi. Ma dei testimoni hanno parlato di saluti e inni al fascismo in piazza quando hanno visto alzarsi le mani al grido “A noi”.
«Era un gruppo di persone in divisa storica ottocentesca degli Arditi del Po giunti da Ferrara», spiega un esponente dei bersaglieri dell’associazione nazionale sezione San Donà, «hanno alzato il pugnale al grido dannunziano “Eia, Eia! Alalà” come loro costume e in onore degli sposi. Non so dei saluti fascisti veri e propri, non mi risulta, in ogni caso rientra in una rievocazione storica del saluto che allora si faceva».
Chi ha visto la scena ha raccontato che un gruppo di uomini in divisa storica si sarebbe ritrovato sotto il porticato per il saluto romano, forse in un momento goliardico. Ma tanto è bastato perché altri cittadini si risentissero e iniziassero a spargere la voce in una cittadina non molto abituata a queste manifestazioni, soprattutto dopo la morte del compianto Ennio Mazzon che si definiva “mussoliniano” anche come consigliere comunale del Msi e poi An e lista Mazzon.
Salvatore Esposito di Sinistra Italiana non è d’accordo: «Abbiamo presentato una notizia criminis sulla base delle testimonianze. Non si fanno saluti fascisti e oltretutto in divisa perché diventa apologia. La Procura si esprimerà in attesa che lo faccia l’Associazione nazionale bersaglieri per chiarire l’accaduto». Secondo l’avvocato e storico Luca Pavanetto la Cassazione ha ritenuto non punibile il saluto romano in occasione di manifestazioni ed eventi .
Ma le reazioni non sono mancate e adesso si rischia un esplosione di saluti romani ovunque. Il bersagliere Franco Vidotto che a Jesolo, del tutto privatamente, ha aperto un museo militare tra i più amati, con divise di ogni epoca, una grande bibliografia militare, addirittura elicotteri e carri armati, non ha dubbi: «Si tratta di rievocazione storica, il corpo era nato a fine 800 a Ferrara, poi sono arrivati gli Arditi come corpi scelti. Quello era il saluto, e in occasione di rievocazioni storiche non ci sono reati». Sulla stessa linea, Ennio Cappiotto, del ristorante Papillon l’Onorevole a Jesolo, famoso per le immagini del Duce, tanto da raccogliere le firme per intitolare a Mussolini anche l’ospedale di Jesolo. In questi giorni ha ordinato anche l’ “Amaro del Duce” servito a tavolo ai nostalgici e amanti dei liquori forti. «Il saluto romano», ricorda Cappiotto, «era un saluto di pace nell’antica Roma. Non vediamo nulla di strano in quanto accaduto a San Donà e non è giusto presentare denunce e sollevare polemiche». —
Giovanni Cagnassi
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