Il rogo della Fenice 25 anni dopo Arrivano i pompieri ma per suonare

Ieri l’avvio delle celebrazioni per l’anniversario dell’incendio con la banda dei vigili del fuoco, immagini e testimonianze



Dopo 25 anni dalla notte di fuoco che bruciò La Fenice e il cuore dei veneziani, l’amore per il Teatro inizia a prendere il posto a quel dolore che per anni calava su ogni 29 gennaio. Un giorno nero che ricordava l’incendio doloso del 1996 quando due elettricisti, Enrico Carella e Massimiliano Marchetti, appiccarono il fuoco per non pagare le penali del ritardo dei lavori. Quella notte iniziò con una telefonata ai vigili del fuoco. «Abbiamo ricevuto una chiamata per un’uscita fumo al Teatro La Fenice. Ripeto. Uscita fumo al Teatro La Fenice». La voce è quella di un pompiere che trasmette ai colleghi di prepararsi per partire alla volta di Campo San Fantin.



Nessuno si aspetta di trovarsi davanti a lingue di fuoco rabbiose che da dentro il teatro si divorano qualsiasi cosa. Inizia con quella chiamata il documentario del giornalista Alberto Toso Fei “Dal Fuoco alla Musica” che, attraverso testimonianze, interviste e le immagini di repertorio di Televenezia, ha aperto ieri le celebrazioni per l’anniversario dei 25 anni dall’incendio doloso che consumò il Teatro come un fiammifero. Fatalità ieri nella caserma dei pompieri era in servizio il Turno C, lo stesso di quella notte, che dopo il 29 gennaio sarebbe stato chiamato il Turno Fenice.



«Quando arrivammo capimmo che la città era a rischio», raccontano l’allora comandante Alfio Pini e il pompiere Paolo Muneretto, presenti quella notte. «Fu così che decidemmo di intervenire con l’elicottero (guidato da Roberto Tentellini, ndr) che fece un lavoro straordinario». Le riflessioni degli intervistati – dall’architetta Elisabetta Fabbri che seguì i lavori di ricostruzione alla violinista Daniela Santi che racconta la sua corsa verso la Fenice «una vecchia signora che chiedeva aiuto», passando per il sindaco Luigi Brugnaro – sono intervallate da immagini da brividi. La banda dei vigili del fuoco, diretta da Donato Di Martile, per la prima volta ha suonato nel teatro come omaggio al coraggio dei pompieri e «alla straordinaria capacità della Fenice di ripartire sempre grazie alla musica». Brani gioiosi intonati dal tenore Francesco Grollo che guardano sempre più verso il futuro piuttosto che alla sofferenza del passato. Il sindaco ha ricordato che all’epoca intervenne convocando i vertici delle sue aziende. «Aiutare è stato un gesto dal cuore - ha detto il primo cittadino - Insieme ad altri privati entrammo nei soci fondatori del teatro. Il suono della musica aveva lasciato il posto a quello degli artigiani, dei pittori e di tutti i lavoratori».



La celebrazione, condotto dalla giornalista Alessandra Mercanzin, ha ricordato i momenti salienti: l’ex sindaco Paolo Costa ha spiegato com’è uscito dai contenziosi che bloccavano il lavoro; il capo del Corpo nazionale dei pompieri Fabio Dattilo la necessità di tutelare i beni culturali; la ministra dell’Interno Lamorgese la caparbietà dei veneti di andare avanti e l’attuale comandante di Venezia Dino Poggiali la grande capacità di reagire. Ieri il profilo Twitter della Fenice è stato bloccato e l’episodio denunciato a polizia postale e carabinieri, ma il fatto spiacevole non ha tolto la speranza. «Siamo fermi dallo scorso 25 ottobre e speriamo di poter riaprire. L’arca che vedete alle mie spalle non è un relitto - ha concluso l’attuale sovrintendente Fortunato Ortombina - ma un mezzo per navigare verso un mondo nuovo che speriamo arrivi il prima possibile». —





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