Il ristoratore di Jesolo: «Una cauzione per il colloquio di lavoro, stanco di fregature»

JESOLO. «Vuoi lavorare da me? Versa intanto la cauzione». Dopo tante fregature subite il titolare del famoso ristorante “Perla Nera” in via Roma destra alle porte di Jesolo lido, Luca Denis Montino, si è davvero stufato e così nell’annuncio di ricerca personale in rete lo ha scritto a chiare lettere rispondendo a uno degli interessati: “Per il colloquio chiedo una cauzione di 20 euro, mentre se volesse fare una breve prova l’importo da versare è di 100 euro. Grazie”.
Questa la risposta a un aspirante cuoco che a quanto pare poi ha rinunciato. Più chiaro di così. Una cauzione come per l’armadietto in piscina, le scarpe noleggiate al bowling, gli sci e scarponi per la discesa libera in montagna. Montino è uno dei gestori di locali jesolani più conosciuti, era in via Bafile a passi da piazza Mazzini, poi si è spostato in via Roma destra portandosi la sua clientela affezionata e conquistando anche nuovi clienti.
E in quest’estate piena di dubbi e incognite non vuole più perdere tempo prezioso da sottrarre al frenetico lavoro. Quando ha visto che nessuno interveniva lungo la pista ciclabile davanti al suo locale non ci ha messo molto a disegnare di suo pugno uno “Stop” bello evidente rosso carminio.
Si era stufato di chiedere al Comune segnalando la pericolosità dei cicli, piuttosto che monopattini elettrici, che sfrecciavano davanti all’uscita del parcheggio con gravi rischi. Ma la più bella è stata la trovata della cauzione che farà discutere per il tono perentorio e l’innovativo accordo che previene i malintenzionati e perditempo.
«Quest’anno è successo di tutto» spiega lo stesso Montino, «mi sono arrivate persone ai colloqui di lavoro chiedendo le cose più disparate e senza sapere nemmeno cosa volessero fare. Uno aveva già firmato il contratto di lavoro stagionale, lo stavo aspettando nel posto di lavoro e non si è fatto più vedere. Un cuoco» ricorda «ha chiesto determinati strumenti in cucina, io li ho comprati e poi quando è arrivato non sapeva fare nulla di quello che aveva millantato al colloquio».
I sindacati avranno sicuramente qualcosa da dire in merito a questa trovata che sembrava inizialmente una provocazione, quasi una burla, ma in realtà appare una richiesta assolutamente seria da parte del gestore del locale che vuole personale con le idee chiare subito dal momento del primo incontro per decidere.
«Io ho fatto queste richieste» aggiunge Montino convinto «non obbligo nessuno a lavorare da me a queste condizioni iniziali, ma se arrivano qui devono sapere cosa vogliono e dimostrare di saperlo fare. Le garanzie devono valere da entrambe le parti. Se, una volta assunta la persona, in cucina piuttosto che in sala, dimostrerà di essere seria, di conoscere la professione, e soprattutto di essere presente fisicamente e non scomparire nel nulla, allora i soldi di cauzione se li ritroverà subito in mano».
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