Il retroscena: è sparito Matteo Buriollo, vittima dei Maritan

L’uomo che doveva 49 mila euro a Silvano è scomparso da Lignano dove era stato scoperto da Lino un mese fa

SAN DONA'. Matteo Buriollo la vittima del clan Maritan, è scomparso. Nonostante l’arresto di chi lo minacciava non è uscito dal suo rifugio. Luogo dove si è nascosto dopo che Lino Maritan e un altro componente del gruppo lo avevano rintracciato nell’abitazione dove viveva, a Lignano Sabbiadoro, con l’ultima compagna.

Quel giorno, un mese fa, lui non era in casa e anche se non lasciarono i loro nomi alla compagna, Buriollo quando rientrò a casa capì e senza tante spiegazioni chi erano quei due.

Quindi ha deciso di cambiare nuovamente aria, dopo essere scappato da San Donà, all’inizio dello scorso anno. Scelse Lignano e il Friuli dove, nel 2012 venne arrestato per una truffa ai danni di una onlus. Tornò in carcere dopo 14 mesi dall’arresto per la maxi truffa da oltre cento milioni di euro ai danni di società di leasing. Per questa vicenda venne condannato a 4 anni e tre mesi. È stato considerato la mente del raggiro che vide coinvolte 17 persone.

I Maritan e soci lo hanno cercato parecchio lo scorso anno, fino a quando Lino riuscì a risalire al nuovo domicilio di Matteo che doveva al clan 49 mila euro dei 53 che Silvano Maritan aveva stabilito dovessero essere restituiti. Quaranta di questi rappresentavano il prestito iniziale, il resto erano interessi. Denaro che l’ex boss della Mala del Brenta aveva prestato, attraverso il suocero del nipote Luciano, a Gianni Buriollo, padre di Matteo. Gianni è successivamente morto. E gli altri sono passati all’incasso dal figlio Matteo. Solo una piccola parte era già stata pagata dall’uomo.

La vittima dell’estorsione conosce bene Luciano Maritan, quello che più degli altri passava a batter cassa per recuperare i soldi dello zio. Infatti era rimasto coinvolto anche lui nella maxi truffa alle società di leasing. Se la cavò con una denuncia. Quella volta nei guai finirono soprattutto Matteo e i suoi famigliari comprese sorella e madre. E pure il cognato al quale, per vendicarsi del fatto che Matteo non pagava più, il clan Maritan ha bruciato due furgoni della ditta di minuterie meccaniche di cui è titolare.

Le minacce devono aver spaventato parecchio Buriollo, tanto da farlo scappare in attesa di tempi migliori. Di sicuro in questo momento non farà vedere in giro. Anche perché manca all’appello un altro del gruppo di estortori. È il complice che insieme a Lino Maritan, quest’ultimo con i suoi 79 anni il più anziano del clan, ha scovato la residenza nascosta di Buriollo a Lignano. Per il momento gli investigatori dei carabinieri del Nucleo operativo Radiomobile della Compagnia di San Donà non lo hanno ancora individuato. Di sicuro a Lignano con Lino non è andato per fare un piacere a quest’ultimo.

Intanto per Silvano Maritan, l’ideatore dell’estorsione, si avvicina la data del processo in Cassazione per l’omicidio di Alessandro Lovisetto, che Maritan ha ucciso a coltellate nel novembre del 2016. Per quell’assassinio è stato condannato a 14 anni e 4 mesi e a pagare una provvisionale alle tre parti civili di 600 mila euro complessivi. L’udienza in Cassazione è prevista per il 12 febbraio. Per quanto riguarda il risarcimento l’avvocato Andrea Faraon legale dei tre figli, riesce a pignorare mensilmente, sulla pensione sociale di Maritan, 37 euro. 

 

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