Il relitto del Marianna in fondo all’Adriatico
Un gioiello della Marina austriaca sul fondo dell’Adriatico. Naufragio dovuto alla tempesta e alla testardaggine dell’allora giovanissimo imperatore d’Austria Francesco Giuseppe. Un convoglio partito da Venezia e diretto a Trieste, nonostante le pessime condizioni meteo. E alla fine l’affondamento del piroscafo, uno dei più moderni bastimenti dell’epoca, prima nave a vela e a vapore a solcare le acque del Mediterraneo. Frammenti di storia di metà Ottocento riemergono dai fondali dell’Alto Adriatico. Grazie alla passione e alla ricerca di Andrea Falconi e dei suoi sub della Cam Idrografica, società specializzata in rilievi sottomarini e scandagli dei fondali marini.
Il relitto e reperti preziosi affiorano dai fondali di Porto Levante. Tutto raccontato in un libro storico («Sulla nave dell’imperatore») pubblicato da Luglioeditore, scritto da Falconi insieme a Pierpaolo Zagnoni. Falconi, dal 2011 ispettore onorario del ministero dei Beni culturali per l’archeologia subacquea, ha al suo attivo numerosi ritrovamenti. Adesso ripercorre, attraverso testimonianze, disegni e dipinti dell’epoca, la storia unica e in parte sconosciuta del Marianna. L’attività dell’Arsenale, allora fabbrica fiorente e sede della Marina imperiale austriaca, dopo secoli passati al servizio della Serenissima Repubblica. Le “crociere” in Adriatico, le rivolte . E infine la notte terribile, La tempesta del 3 e 4 marzo 1852 che provocò l’affondamento della nave, gioiello della Marina austriaca, e la morte di tutto l’equipaggio. L’imperatore si era miracolosamente salvato, a bordo delle navi che seguivano, ed era sbarcato a Trieste. Scoperta di un relitto rimasto per decenni misterioso che apre all’archeologìa subacquea del Veneto nuovi orizzonti di ricerca. —
A.V.
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