Il “re” non risponde al giudice Pasini: «Mi hanno incastrato»
Luca Keke Pan ha deciso di non rispondere alle domande del magistrato veneziano che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confornti per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il giudice Alberto Scaramuzza, ieri mattina, ha raggiunto il carcere di Tolmezzo dove «il re di via Piave» è rinchiuso dal primo giorno del suo arresto. Difeso dall’avvocato Francesco Schioppa, ha fatto però sapere, pur di uscire dalla cella in cui si trova e ritornare a casa, di essere disposto a portare il braccialetto elettronico per essere controllato minuto per minuto. Davvero difficile che possa accadere, visto le gravi accuse di cui deve rispondere e anche a causa del fatto che sono davvero pochi a utilizzare quello strumento. «Il mio cliente», ha dichiarato il suo difensore, «si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma non appena avrà letto la documentazione dell’accusa messa a sua disposizione ha offerto la sua piena collaborazione». Stessa strategia ha adottato la madre, Lianqin Li, rinchiusa nel carcere di Vigevano.
Ha risposto alle domande, invece, il ragioniere e tributarista di San Donà Maurizio Pasini, difeso dall’avvocato Luca Sprezzola. «Sono stato incastrato», avrebbe sostenuto davanti al giudice di Civitavecchia che lo interrogava per rogatoria, «neppure conoscevo quei cinesi che mi si contesta di aver aiutato a introdurre clandestinamente in Italia». Il difensore sostiene che il suo cliente ha chiarito e soprattutto avrebbe smontato le prove dell’accusa: «Ho chiesto la scarcerazione e in subordine gli arresti domiciliari, ma sarà il giudice di Venezia a decidere», ha dichiarato l’avvocato Sprezzola.
Anche la moglie di Pan, la veneziana Alessia Degnato, ha deciso di tacere. Difesa dagli avvocati Renato Alberini e Salvatrice Villadoro, è agli arresti domiciliari. «Ricorreremo sicuramente al Tribunale del riesame» ha affermato l’avvocato Alberini. La donna aveva già in corso la causa di separazione dal marito, il quale aveva già iniziato a cancellare la partecipazione della moglie in alcune società e a cambiare l’intestazione di alcuni beni. C’è chi ha raccontato agli investigatori della Guardia di finanza e ai pubblici ministero Roberto Terzo e Walter Ignazitto, che coordinano le indagini, che Pan avrebbe anche alzato le mani più volte sulla moglie. Domani, mercoledì, toccherà all’addetta all’Anagrafe del Comune di Cavarzere, che ha come obbligo quello di non risiedere nel suo comune. È difesa dagli avvocati Daniele Grasso e Federica Bertocco.
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