Il racconto dall'Australia del fumettista veneziano: «In lockdown per sette mesi, ora si torna a vivere»

L’esperienza raccontata dal fumettista veneziano Fabrizio Capigatti a Melbourne da inizio 2019: «Qui c’è grande rispetto delle regole» 

VENEZIA.  Ad essere sottosopra, laggiù, è anche il Covid. Già perché mentre da noi a marzo la pandemia infuriava dirigendosi verso l’estate come nel resto del mondo boreale, laggiù in Australia si andava verso l’inverno. Così, fino a due settimane fa, l’ondata è stata una soltanto.

Sette mesi lunghi e difficili, come racconta Fabrizio Capigatti, veneziano 44 anni fumettista inventore di Capitan Venezia e sceneggiatore. A Melbourne da inizio 2019 per imparare l’inglese, il lockdown australiano l’ha vissuto interamente sulla propria pelle.

Lavora da remoto con l’Italia, racconta: «Ma come numeri siamo lontani dai livelli italiani ed europei qui già dopo un centinaio di casi si è andati in semilockdown». Un approccio diverso fin da subito: soft fino a giugno, poi più rigido con lo scoppio di qualche focolaio ad agosto sparso qua e là nella vasta immensità del paese. Coprifuoco, autocertificazioni per le uscite, consegne a domicilio: abitudini a cui gli australiani hanno dovuto far l’abitudine. Anche con un numero di casi di positività che ha di poco superato i 30 mila (in 8 mesi).

Qualche protesta da parte di commercianti e ristoratori, rincuorati con rimborsi statali «veloci e sostanziosi». Questione di mentalità. «All’australiano medio», racconta Capigatti, «le regole piacciono, le mascherine le indossano tutti. Negazionisti? Qui non si respirano più di tanto le teorie complottiste. E poi c’è molta rigidità: multe salate per chi sgarra e con un semplice raffreddore obbligo di stare a casa due settimane».

Ciò non toglie, come confida lo stesso artista veneziano, che i mesi di chiusura siano stati difficili per tutti. E oggi, dopo due settimane in cui lo stato di Victoria non ha registrato nessun nuovo caso, la vita torna a fluire nelle città. Pur con obbligo di mascherina, stanno mano a mano riaprendo cinema, librerie, musei e ristoranti.

«FInalmente posso concedermi qualche cenetta all’aperto, anche qui come a Venezia stanno consentendo di allargare i plateatici», aggiunge Capigatti. Discorso diverso invece per i confini nazionali. Chiusi per l’emergenza Covid, in questi giorni il governo sta discutendo se e quando riaprirli. Ma non è escluso che ciò non avvenga prima di giugno 2021. —


 

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