Il principe Barozzi ritorna in Italia

Dovrebbe atterrare oggi al Marco Polo con il volo da Santo Domingo. È latitante, accusato di numerosi colpi
Interpress Pellicani Venezia, 20.03.2012.- Nella foto il Conte Cristiano Barozzi.-
Interpress Pellicani Venezia, 20.03.2012.- Nella foto il Conte Cristiano Barozzi.-

Il principe di Santorini, il settantenne veneziano Cristiano Barozzi è in volo per l’Italia e dovrebbe atterrare al «Marco Polo» di Venezia oggi pomeriggio per poi consegnarsi ai carabinieri, che lo cercano da poco più di un mese per metterlo in carcere con l’accusa di furto aggravato di opere d’arte. Il sospetto è che sia lui la mente dei furti in alcuni palazzi in laguna e in due ville a Schio e a San Pietro di Stra per i quali sono finiti nei guai due domestici cingalesi, il fotografo della Soprintendenza di Padova Claudio Mella e un altro fotografo, il veneziano Claudio Celadin. Il gruppo aveva adottato un sistema originale perché i proprietari non si accorgessero dei furti: prima del «colpo» penetravano nella casa presa di mira grazie alla collaborazione del domestico, fotografavano il dipinto, lo riproducevano a grandezza naturale, lo ritoccavano con i pennelli e i colori, quindi lo sostituivano con l’originale che loro si portavano via. Nessuno dei proprietari, infatti, si era accorto che mancava qualcosa: ad avvertirli sono stati i carabinieri di Mestre, che hanno condotto le indagini, dopo che uno dei due domestici cingalesi si è pentito e ha confessato tutto.

I primi a finire in manette sono stati i due extracomunitari e Barozzi, molto noto in laguna perché non c’era una festa alla quale non partecipasse assieme alla bella moglie, lo deve aver saputo, così ha deciso di andarsene, volando fino a Santo Domingo, dove un amico lo ha ospitato. Quando è stata firmata anche per lui l’ordinanza di custodia cautelare si è scelto un difensore, l’avvocato veneziano Vittorio Usigli, che ha anche presentato ricorso al Tribunale del riesame. Evidentemente il legale in questo mese si è mosso e ora Barozzi si è deciso a rientrare in Italia, pur sapendo che lo attende il carcere di Santa Maria Maggiore. Non appena metterà piede a Venezia, infatti, è scontato che scatteranno le manette ai suoi polsi. E’ probabile, però, che possa aver raggiunto un accordo con gli inquirenti. I carabinieri di Mestre, fino ad ora, sono riusciti a recuperare soltanto tre (detenuti da un collezionista di Pordenone) dei 40 quadri che la banda guidata da Barozzi ha rubato e il principe, che un tempo gestiva un negozio di antiquariato ed era uno degli organizzatori della Biennale dell’antiquariato, potrebbe essere a conoscenza di dove siano finiti gli altri che lui e i suoi complici hanno portato via e rivenduto. Non è escluso, quindi, vista anche l’età avanzata, che il pubblico ministero Giorgio Gava, che coordina le indagini, lo interroghi e, se Barozzi rivelerà dove sono finite le opere d’arte, possa concedergli in fretta gli arresti domiciliari.

A far scattare l’operazione sono state le confessioni di uno dei due domestici cingalesi, che facevano entrare nelle case dove lavoravano Barozzi e il fotografo veneziano o quello padovano in un momento in cui i proprietari non c’erano. Grazie alla sua collaborazione non è mai finito in una cella, e non è escluso che anche Barozzi, se collaborerà con gli investigatori, possa cavarsela solo con qualche giorno di galera. Sono ancora in carcere, invece Mella e Celadin. Barozzi dovrebbe essere partito da Santo Domingo ieri e dovrebbe essere arrivato a Madrid nella mattinata di oggi. Dalla capitale iberica dovrebbe raggiungere Venezia con un volo delle linee aeree spagnole, l’Iberia.

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