Il precedente: il ragazzo con la rana esposto nel 2009 a Punta della Dogana

In principio fu «Il ragazzo con la rana». La scultura dell’artista statunitense Charles Ray ha rappresentato il caso più clamoroso di opera d’arte contemporanea esposta in via provvisoria all’esterno...

In principio fu «Il ragazzo con la rana». La scultura dell’artista statunitense Charles Ray ha rappresentato il caso più clamoroso di opera d’arte contemporanea esposta in via provvisoria all’esterno a Venezia ma che si è cercato invano di rendere permanente, con un furioso dibattuto tra conservatori e innovatori. La scultura in acciaio bianco, alta circa due metri e mezzo era stata esposta all’estremità della Punta della Dogana dal 9 giugno 2009, commissionata da François Pinault per celebrare l’apertura con la prima mostra del nuovo spazio espositivo ristrutturato dall’architetto giapponese Tadao Ando e destinato alla sua collezione. Era rimasta per quattro anni in uno dei luoghi più suggestivi di Venezia, grazie a una serie di deroghe della Soprintendenza e a una delibera comunale sui siti espositivi all’aperto. Sarebbe dovuta invece restare sulla Punta della Dogana solo per 5 mesi, per riportare poi al suo posto, il lampione ottocentesco che prima ornava la Punta e che era stato disinstallato per la mostra della Collezione Pinault. Ma alla fine, anche sull’onda delle proteste di associazioni e comitati cittadini che chiedevano il «com’era e dov’era» il lampione era stato ricollocato e «Il ragazzo con la rana» rimosso. Charles Ray aveva rifiutato la proposta di Pinault di esporre in permanenza la statua all’interno di Palazzo Grassi, rivendicando come fosse stata concepita per uno spazio esterno.

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