Il precedente 16 anni fa «Mi crollò il mondo La sicurezza non basta»
Sedici anni fa, il primo febbraio 2005, durante la pausa caffè, il gioielliere Setrak Tokatzian subì una rapina che sembrava uscita da un film. Tre banditi, travestiti da operai, approfittando dei lavori alla Biblioteca Marciana, oscurarono con una finta impalcatura la vetrina del negozio in Piazzetta San Marco e, dopo aver immobilizzato i commessi, fecero razzia di orologi e preziosi. Sono passati tre lustri e il grido di allarme di allora si rinnova.
«Sono felicissimo che abbiano preso la banda che tentò la rapina all’ex gioielleria Missiaglia - spiega Tokatzian - ma ribadisco che la sicurezza in Piazza San Marco continua a non essere sufficiente. Nel mio caso, i malviventi osservarono ogni movimento della gioielleria per quaranta giorni, indisturbati. Se ci fossero stati più controlli, probabilmente non sarebbero riusciti a farlo».
La questione della sicurezza in Piazza ritorna dopo la pandemia, con migliaia di visitatori al giorno.
«Per essere un sito così delicato e frequentato - continua il gioielliere - la sicurezza è pochissima. Dovrebbe esserci un presidio fisso di otto persone: due agenti rispettivamente davanti a Palazzo Ducale, alla Basilica, in mezzo alla Piazza e davanti al Museo Correr. Così come accade in Piazza Duomo a Milano o in Piazza di Spagna a Roma. In Piazzetta San Marco, invece, spesso non c’è nessuno per ore. Non bisogna aspettare che arrivi un’altra catastrofe».
A Tokatzian, il primo febbraio 2005, «crollò il mondo addosso». «Era appena uscito per andare a bere un caffè, sarò stato via una decina di minuti, e al mio rientro era già successo tutto». I banditi erano successivamente stati arrestati e la maggior parte della refurtiva recuperata. —
Manuela Pivato
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