Il più moderno sente meno crisi A tirare sono i marchi per ragazzi
MARGHERA
La Nave de vero di Marghera, con oltre 40mila metri quadrati, sembra essere insensibile ai cambiamenti nel commercio e alla crisi dei centri commerciali, che investe invece le altre strutture.
La Nave ha aperto nella primavera del 2014 e, da allora, la fortuna non sembra essersi esaurita. Non ha subito nemmeno particolari contraccolpi dovuti alla pandemia. Funzionano i negozi di abbigliamento, funzionano le attività legate ai servizi, funzionano i bar e i ristoranti. In tutto, il centro commerciale conta 105 attività. Ci sono negozi di abbigliamento, da Zara a Benetton. Alcune marche molto amate dai ragazzi, come Superdry, Pull & Bear e Stradivarius. Altre di un certo livello, su tutte Liu-Jo. E poi c'è qualche classico attira clienti: Pandora e Tiger, per fare due esempi classici. Funzionano bene Apple, Mediaworld e persino la libreria Mondadori.
E poi c'è l'area food, come si dice ora, che è in grado di raccogliere tutto quello che i clienti di oggi desiderano dopo una giornata di shopping: un panino del Mc Donald's, una poké oppure del buon sushi. In sintesi, La Nave de vero resiste perché è il centro commerciale più nuovo dell'area di Mestre, per questo anche il più moderno e, probabilmente, quello che meglio degli altri è riuscito ad adattarsi alle nuove esigenze e ai nuovi desideri della clientela di oggi. Le marche dei negozi di abbigliamento sono sempre legate alle catene, ma sono catene che funzionano. A questo si aggiunge una lunga serie di servizi a corollario, ma non per questo di secondo piano, che anzi contribuiscono alla tenuta complessiva. Per riassumere il concetto in poche parole: la Nave de vero non ha negozi chiusi. Il turnover tra le vetrine è limitatissimo, e ogni giorno l'afflusso di clienti è elevato. —
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