Il personale non si trova, striscione provocatorio fuori dall’azienda: «Hai voglia di lavorare?»
L’iniziativa dell’imprenditore Elia Stevanato, titolare dell’azienda di famiglia a Salzano: «Non riusciamo ad assumere giovani nonostante buoni stipendi e possibilità di crescita»

«I giovani che hanno voglia di lavorare non si trovano, anche se li valorizziamo professionalmente ed economicamente». È un appello che sembra cadere nel vuoto quello di Elia Stevanato, trentottenne alla guida dell’azienda di Salzano che porta il cognome della sua famiglia. Un’impresa nata nel 1979 che vanta una posizione di leadership nei lavori speciali in campo edile. Dal risanamento e consolidamento delle murature, specie nel centro storico di Venezia, l’impresa ha poi allargato il suo campo alla demolizione e al taglio del cemento armato. Negli ultimi 10 anni si è specializzata nell’arresto delle infiltrazioni d’acqua causate dai dissesti statici delle strutture edilizie e dai dissesti idrogeologici dei terreni, oltre che nella realizzazione di giunti aeroportuali e stradali, impermeabilizzazioni, lavori archeologici e sabbiature.
«È da più di un anno che cerchiamo manodopera», spiega Stevanato, che porta avanti l’azienda fondata dal padre Maurizio con una sessantina di dipendenti, «motivo per cui abbiamo appeso uno striscione fuori dall’azienda. Lavoriamo in tutta Italia. Non tutti, ma sempre più persone presentano certificati medici per malattie su cui nutro dei dubbi. Questo è un lavoro che può richiedere anche molte trasferte, ma in pochi sono disposti a farle».
Il tutto avviene nonostante la retribuzione sia tutt’altro che bassa. «Abbiamo operai che possono guadagnare anche più di un ingegnere», dice Stevanato, «ed è nel nostro interesse valorizzarli. Qualche mese fa abbiamo dato 200 euro in più ad ogni dipendente visto l’aumento del costo energetico che ricade anche sulle famiglie. I nostri lavoratori sono persone formate, competenti e di valore, per le quali sono previsti premi di produzione. È grazie a loro che l’azienda va avanti».
Stevanato non vuole puntare il dito contro il reddito di cittadinanza. «È giusto che ci sia per chi ne ha davvero bisogno come ad esempio persone portatrici di handicap o anziani con pensioni troppo basse», sottolinea, «ma in ogni settore mancano giovani disposti a mettersi in gioco. Se a vent’anni mi avessero detto che avrei potuto girare l’Italia guadagnando quasi 2 mila euro al mese, avrei fatto i salti di gioia e sarei partito senza esitare. Questo non avviene più».
Quali le possibili soluzioni a livello governativo? «Affinché la gente cominci a lavorare è necessario detassare il lavoro per le aziende per il 30% e almeno per il 15% per i dipendenti», conclude Stevanato, «È una soluzione semplice ma probabilmente non la si vuole adottare».
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