"Il nostro letto oscillava e non potevamo scappare": gli allievi del Circolo scherma Mestre erano a Norcia

MESTRE. «Svegliati nella notte dal terremoto, impossibile anche scappare: non riuscivamo a scendere dal letto che oscillava». In trappola nell'albergo nel centro storico di Norcia, in Umbria: il terrore è tutto nelle immagini e nel racconto degli allievi e negli accompagnatori del Circolo scherma Mestre, che mercoledì notte si trovavano nella cittadina umbra per partecipare insieme ad altre società a un campo estivo in vista dell'inizio della stagione agonistica.
Tredici allievi, tra gli 11 e i 22 anni, guidati dall'istruttore e arbitro internazionale Isacco Scomparin e dal maestro Matteo Zennaro sono partiti domenica scorsa per una settimana all'insegna dello sport e dell'amicizia insieme ad atleti di Roma, Ancona, Siena e alcuni stranieri, francesi e americani soprattutto. Il loro ritorno era previsto domenica: giovedì però la comitiva di schermidori veneziani è riuscita a rientrare a Mestre anzitempo, di fronte alla drammaticità e alla pericolosità della situazione nel centro Italia, dove dopo la devastazione della scorsa notte continuano a susseguirsi scosse di assestamento anche di forte intensità.

«L'albergo non era più agibile e la paura era troppo grande per rimanere e pensare di rientrare nelle nostre stanze», racconta Scomparin, «la scossa delle 3.36 è stata devastante: siamo stati svegliati da un boato enorme, non riuscivamo nemmeno a scendere dal letto perché venivamo sobbalzati da una parte all'altra. Venti secondi interminabili, una scossa subito forte fin dall'inizio, poi sembrava rallentare e invece ha ripreso per altri secondi: sentivamo sbattere gli oggetti, cadere le porte e calcinacci, rompersi gli specchi. Siamo usciti correndo e vestendoci in velocità, soprattutto dopo che, aperta la porta della camera, abbiamo visto i corridoi invasi da nubi di polvere».

L'albergo, l'hotel Salicone, non ha subìto danni strutturali importanti, ma gli ospiti veneziani raccontano di specchi caduti, piastrelle saltate, armadi rovesciati, pavimenti sollevati.

«Abbiamo portato fuori i ragazzi dalle stanze e siamo usciti in strada», racconta ancora Scomparin, «dopo un po' siamo rientrati per prenderci qualche coperta per proteggerci dal freddo, subito dopo, alle 4.40, c'è stata un'altra scossa violenta: per fortuna eravamo tutti fuori e abbiamo visto l'albergo che si muoveva 20-30 centimetri per parte. Ci siamo sentiti al sicuro solo una volta entrati nel furgone, lontano dagli edifici. È stato drammatico e impressionante allo stesso tempo, non si può spiegare cosa si provi in quei momenti».
Alle prime luci dell'alba il centro storico di Norcia non mostrava ieri particolari danni, grazie alla ricostruzione, in gran parte con tecniche antisismiche, dopo analoghi fenomeni sismici registrati nei decenni precedenti. «Abbiamo fatto due passi in centro prima di partire, per renderci conto di cosa fosse accaduto: più che danni abbiamo visto confusione», prosegue Scomparin, «sono caduti suppellettili nelle vetrine dei negozi, bottiglie nei bar, qualche calcinaccio in strada. Ma il paese è integro. Ci siamo subito resi conto però che eravamo tra i fortunati: un paesino di là della montagna, di fronte a noi, era praticamente raso al suolo». Ieri pomeriggio la comitiva di schermidori è rientrata a
Mestre e i ragazzi sono potuti tornare nelle loro famiglie. «Alcuni, soprattutto i più giovani, hanno avuto paura. È stata un'esperienza terrificante, avevano tutti voglia di tornare a casa dai genitori e noi come loro, anche se un parte di noi avrebbe voluto rimanere lì a dare una mano».
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