Il Negozio Olivetti di Scarpa “salvato” dalle acque alte e ora riaperto al pubblico

Il Restauro
Il Negozio Olivetti di Carlo Scarpa in Piazza San Marco – sotto le Procuratìe Vecchie – “salvato” dalle acque alte. Lo spazio progettato dal grande architetto veneziano su commissione di Adriano Olivetti, è ormai un monumento di sé stesso, interamente vincolato dal Ministero dei Beni Culturali – arredi compresi – visitato regolarmente e affidato da qualche anno alle cure del Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano (la proprietà è delle Assicurazioni Generali). Ma uno spazio delicato e prezioso anche per la qualità dei materiali scelti da Scarpa – maestro dei particolari – per qualificarlo.
Per questo ogni anno il Negozio Olivetti è sottoposto a interventi di manutenzione ordinaria che però quest’anno è diventata straordinaria, per i danni provocati anche qui dall’acqua alta eccezionale del 16 novembre dello scorso anno. «L’acqua entrando ha danneggiato in parte il marmorino delle pareti», spiega Francesca Barbini, presidente del Fai del Veneto, «oltre al pavimento in mosaico e in parte anche agli infissi. Ma anche la vasca con la scultura di Viani all’ingresso ha subìto qualche danno. Ma fortunatamente la squadra di restauratori e artigiani che da anni si occupa della manutenzione del Negozio olivetti è intervenuta nel modo migliore e ora è tutto nuovamente a posto, tanto che da pochi giorni abbiamo anche riaperto l’ingresso al pubblico su prenotazione per l’emergenza Coronavirus, riducendo però anche gli ingressi. Da un massimo di 20 persone in contemporanea all’interno siamo scesi ora a dieci e al piano superiore del Negozio non possono salire più di due persone per volta». Carlo Scarpa progettò e realizzò nel 1958 questo spazio curato fino al più piccolo dettaglio, con soluzioni eleganti e, allo stesso tempo, funzionali alla realizzazione della commessa ricevuta.
Lo spazio interloquisce con l’esterno attraverso le numerose ampie aperture (porta, vetrine, finestre), che lo mettono in un costante rapporto di luce e architettura con Piazza San Marco e dialoga all’interno con opere di artiustri amici come Alberto Viani e Mario Deluigi, a cui si deve il disegno a mosaico del pavimento. Superando le dimensioni ridotte dell’ambiente, collocato nelle Procuratie Vecchie, Scarpa ha – com’è noto – creato infatti un’opera di grande respiro e trasparenza.
Grazie al preciso controllo del disegno scarpiano, modernità architettonica e tradizione veneziana convivono con grande armonia nel negozio, dando vita a «uno dei più limpidi capolavori dell’architettura contemporanea», secondo la definizione del critico Carlo Ludovico Ragghianti. Intervenendo sui paramenti esterni, sulle vetrine e ridisegnandone gli spazi interni, si avvalse di raffinate e sapienti tecniche costruttive con le quali mescolò materiali tra i più ricercati – marmi e pietre, marmorini e superfici in calce e a mosaico, diverse essenze di legno, metalli e cristalli – in uno spazio architettonico unico e prezioso che ancora oggi è regolarmente visitato da studenti di Architettura che arrivano da tutto il mondo. Che prima o poi torneranno, Coronavirus permettendo. —
E. T.
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