Il negozio di Otello resta in mano veneziana

Fino a qualche anno fa certo non avrebbe fatto notizia. Un nuovo negozio «per residenti» al posto di un altro che ha chiuso i battenti. Oggi invece, con l’invasione massiccia dei turisti e di bar, ristoranti e pelletterie cinesi, è quasi un’eccezione.
In campo Santi Apostoli, dopo quattro anni di chiusura, ha riaperto ieri il negozio ai piedi del campanile. Luogo della tradizione, da sempre bottega veneziana,abbastanza famoso perché gestito dal popolare Otello Ghigi. Negozio di materiale elettrico, lampadine e vecchi pulsanti, cavi, macchinari di ogni tipo stipati in pochi metri quadrati al piano terra e nel soppalco raggiungibile con la scala a pioli. Ma soprattutto luogo di ritrovo quotidiano per veneziani. Dibattiti sulla città improvvisati davanti a uno spritz, passione per la tradizione e la storia della città d’acqua.
«Ho chiuso perché non ce la facevo più», racconta adesso Ghigi, «ma mi ero ripromesso di non fare di questo negozio l’ennesimo luogo consegnato al turismo. In questi anni ho ricevuto molte offerte, anche molto invitanti. Cinesi, russi, souvenir. Ho sempre rifiutato anche se mi promettevano un sacco di soldi, perché volevo consegnare la bottega a un veneziano».
Impresa adesso riuscita. Da sabato il negozietto sotto il campanile di Santi Apostoli ha riacceso le luci dopo un bel restauro. Non più lampadine e cavi elettrici ma cosmetica naturale e detersivi biuologici. Un giovane titolare, Simone Bertolini, e una serie di articoli per la casa rivolti ai residenti. Ghigi naturalmente era in prima fina all’inaugurazione, accolta con applausi dai vicini e dai numerosi passanti.
«Ce l’abbiamo fatta e sono davvero soddisfatto», sorride, «ho guadagnato un po’ meno ma sono contento. Spero che i veneziani capiscano. E seguano il mio esempio, lasciando stare per un attimo il miraggio di facili guadagni. se non vogliamo trasformarci ancora di più in Disneyland o Chinatown tiriamoci su le maniche, ognuno per quello che può fare. In campo adesso c’è una bottega in più gestita da veneziani, per i veneziani. Il turismo può attendere».Evoluzione molto diversa da quella ben visibile pochi metri più in là. La Strada Nuova, che fino a pochi anni fa era luogo denso di negozi per residenti, ha quasi completamente cambiato pelle. Sparite le macellerie e le botteghe di generi alimentari, chiuse salumerie e drogherie come lo stoprico «Borini». Hanno aperto ben tre negozi di borse cinesi, gelaterie, negozi di dolci e articoli per turisti. Ancora niente rispetto aall’area marciana, dove le licenze per bar e plateatici si sono moltiplicate negli ultimi anni. E trovare articoli per la casa è diventato un problema. (a.v.)
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