Il Mose è costato sei miliardi di euro. Le dighe mobili pronte a fine 2021

Un disavanzo di 194 mila euro. Lavori eseguiti nel 2018 per 74 milioni di euro. E la conferma che il Mose dovrebbe essere concluso e collaudato il 31 dicembre del 2021. Sono i dati del Bilancio 2018 del Consorzio Venezia Nuova, pubblicato ieri e firmato dagli amministratori straordinari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, nominati dall’Anticorruzione di Raffaele Cantone al posto del Cda dopo lo scandalo e gli arresti del 2014.
Cifre ufficiali, nero su bianco. Come il costo dell’opera, rimasto però fermo a 5.493 milioni, senza contare le ulteriori opere complementari per altro mezzo miliardo.
Il bilancio svela anche molti retroscena di quello che è successo nella complessa macchina delle imprese del Mose negli ultimi anni. La serie di cause civili intentate dal Consorzio per il risarcimento danni alle imprese e ai responsabili dello scandalo 2014: 76 milioni di euro per «danno di immagine». Ci sono anche le cause del Consorzio Covela (gruppo Mantovani) con la richiesta di danni avanzata ai due commissari per ben 192 milioni di euro. E poi i contenziosi sui lavori «non fatti a regola d’arte». Come la «lunata» del Lido, diga foranea che dove ridurre le maree. Poi realizzata invece a protezione del Mose. Crollata in mare alla prima mareggiata, pochi giorni dopo il collaudo. Secondo l’impresa (Mantovani) è colpa dei progettisti (Technital). Secondo la Technital dei lavori mal fatti. Dopo un sopralluogo i tecnici del Consorzio hanno stabilito che bisogna intervenire con la sistemazione del fondale per evitare altri crolli.
Contenziosi in piedi anche per la conca di navigazione di Malamocco. Anche questa danneggiata dalla mareggiata. Decine di milioni il costo per la sistemazione. Ma la conca è in ogni caso «troppo piccola» per contenere le navi di ultima generazione. E definita «poco sicura» dai piloti del porto.
Cause in piedi intentate anche dalla società croata Brodosplit, vincitrice della gara per la costruzione delle paratoie. Chiede due milioni in più rispetto al prezzo fissato. Aperte anche le cause civili con l’ex presidente Giovanni Mazzacurati, negli Stati Uniti dopo essere stato il protagonista dello scandalo e anche dell’inchiesta che ne è seguita. E infine i guasti tecnici. Ci vogliono almeno cento milioni di euro per riparare le criticità scoperte negli ultimi anni come i buchi nelle tubazioni sott’acqua, la corrosione delle cerniere e di parti vitali del sistema come le barre i tensionatori, gli steli.
Infine, la manutenzione. l’unica gara avviata per la manutenzione delle paratoie di Treporti è stata annullata. In alto mare il progetto annunciato dal provveditore Roberto Linetti – nel frattempo andato in pensione – di trasferire il centro per la manutenzione delle paratoie a Marghera, nell’area ex Pagnan, liberando così la parte pregiata dell’Arsenale Nord e i Bacini di carenaggio. Tutto tace, e la manutenzione delle paratoie non è ancora partita. Gli impianti definitivi saranno installati entro il 30 giugno del 2020», si legge adesso nel bilancio depositato dai commissari del Consorzio, «e proseguono le prove di sollevamento del sistema nelle quattro bocche di porto (Treporti e Lido, Malamocco, Chioggia)».
Ma le incognite sono ancora tante. Come concludere in due anni gli interventi che mancano proseguendo al ritmo di 76 milioni l’anno? —
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