Il monsignore delle icone Don Orlando Barbaro, l’artista che ne ha realizzate 160

la storia
«L’icona è una preghiera. Un atto di fede. Io faccio quello che posso per mantenere viva questa tradizione». Monsignor Orlando Barbaro, anziano arciprete della Basilica di San Marco, parla di sé con grande modestia. Ma oltre all’attività sacerdotale che svolge da una vita, lui è un grande artista, oltre che uno dei massimi studiosi di icone cristiane e bizantine.
Il suo “museo” delle opere realizzate in questi anni è raccolto nel suo piccolo appartamento della Curia dove abita, dietro la Basilica. «160 icone che ho fatto negli anni», dice, illustrandole con piacere a studiosi, amici ed estimatori, «esempi della tradizione orientale, bizantina e cristiana». Una tecnica affinata negli anni, che gli ha permesso di realizzare veri capolavori. Partendo dalla tavoletta in legno, i colori fatti a mano con metodi naturali. Le terre, l’uovo, i rossi spettacolari che decorano i mantelli dei santi e dei cavalieri, i drappi che raccolgono la Vergine Maria, il blu, l’indaco e l’azzurro, lo sfondo d’oro con cui sono cerchiate anche le aureole dei santi e degli Evangelisti.
Ecco le scene dell’Antico Testamento, i modelli russi e slavi riprodotti con grande maestria. Immagini scoperte nei lunghi viaggi pastorali che il monsignore organizzava anche accompagnando i fedeli delle parrocchie. In visita ai luoghi della fede in Europa. Le basiliche e le piccole bizantine dell’Est, piene di capolavori sconosciuti.
Non mancano tra i riprodotti il Cristo Pantokrator, la Madonna, i santi e gli apostoli. Un lavoro di alto livello, che gli ha permesso di pubblicare qualche anno fa un volume sullo studio di questa arte poco conosciuta. «Le icone delle feste, il linguaggio delle immagini nella liturgia» è stato stampato nel 2010 da Marcianum Press. E’ riconosciuto come uno degli esempi più alti della storia delle icone.
Monsignor Barbaro, veneziano doc, già parroco di San Giovanni in Bragora fino al 2007 e per anni vicario patriarcale per il Culto e i matrimoni, è adesso il responsabile della chiesa di San Michele in Isola. Ha mantenuto però il suo incarico di Arciprete di San Marco. E la domenica spesso celebra la Messa in Basilica.
Nel tempo libero lavora alle sue amate icone. Sa tutto sulle immagini di San Marco, i mosaici che oltre a rappresentare una delle opere d’arte più belle del mondo narrano la liturgia e la storia dell’Antico Testamento. Suo il recente studio sui «Mosaici di San Marco e gli itinerari spirituali nella tradizione liturgica bizantina». Ma anche gli studi sulla celebre icona della Madonna Nicopeia, esposta in basilica alla sinistra dell’altare, nell’iconostasi. Una figura di rara bellezza, che risale al IX secolo. Icone cristiane e icone bizantine. «Che non sono ritratti», ma simboli», dice il monsignore.
Una carriera artistica non sempre pubblicizzata a dovere. Ma Orlando Barbaro è prima di tutto un sacerdote e un uomo di fede. Rifugge dalla mondanità e dai riflettori della critica, che pur meriterebbe. «La mia raccolta è a disposizione», sorride, «per visitarla basta avvisarmi». —
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