Il liceo Foscarini inizia una nuova vita

VENEZIA. L’omaggio più importante al nuovo edificio, l’ala est del Foscarini, l’ha reso Maria Vittoria, una studentessa di quarta del Liceo europeo, quello che andrà ad occupare le nuove aule: «Per noi studenti questo è l’inizio di una nuovo viaggio e l’ambiente in cui viviamo è molto importante visto che trascorriamo molte ore a scuola, dalle 8 del mattino alle 18, sentirsi bene come a casa, vivere in una sorta di campus e non in una prigione diventa molto importante; è fondamentale non solo la qualità della docenza e dei compagni ma anche degli spazi, del contesto in cui si studia». Ieri mattina, è stato inaugurato il nuovo edificio, che ospita 15 aule per i 450 studenti del Liceo europeo: «Un fatto unico, fino ad ora non mi è mai capitato di inaugurare un edificio completamente nuovo in centro storico» ha sostenuto la soprintendente Renata Codello.
Quindi il progettista, l’architetto Alessandro Pedron ha spiegato che il nuovo edificio occupa gli stessi spazi che un tempo occupava una fabbricato abbattuto negli anni Trenta: «Sono stati tre anni di lavoro duro, è stata una sfida vinta in gruppo, non senza fatica, difficoltà e talvolta timore, ma oggi di grande soddisfazione ed emozione. Un'opera funzionale, esteticamente piacevole e innovativa, che si sostiene economicamente, anche da un punto di vista energetico, un edificio (davvero) di classe A». Costruire una scuola nuova in tempo di crisi e di tagli, in un momento in cui cultura e istruzione non occupano certo il primo posto nei pensieri e nell’agire di politici e amministratori non è stato certamente facile e c’è voluta l’ostinazione del rettore del Foscarini Rocco Fiano e di tutti i suoi collaboratori per raggiungere l’obiettivo. La nuova ala est è costata all’incirca quattro milioni di euro, uno dei quali l’ha messo la Provincia e il rettore non si è stancato di ringraziare la presidente Francesca Zaccariotto per questo. Gli altri tre vengono da sponsor privati e da economie compiute dal Consiglio d’amministrazione del Foscarini. E il professor Fiano ha voluto comunicare questo sforzo, sottolineando che si è trattato «di una grande sfida anche per mettere l’architettura a servizio delle esigenze di studenti e docenti, a servizio dell’apprendimento» .
«È stato creato anche un metodo nuovo», ha aggiunto Codello, «altrimenti costi e tempi non sarebbero quelli che abbiamo registrato». E Renata Codello ha concluso il suo intervento citando lo storico dell’architettura Jhon Ruskin, autore de «Le pietre di Venezia»: «Ha scritto che abbiamo due compiti: tutelare le opere antiche e costruire opere che meritino di essere tutelate». Tra gli interventi conclusivi quello del professore di storia del libro di Ca’Foscari Mario Infelise, il quale ha ricordato che da almeno 504 anni alcuni danno Venezia in decadenza, tanto da sostenere che la morte della città sia imminente, mentre questa nuova scuola non è altro che «la normale vitalità protesa verso il futuro». Poi, il presidente della Biennale Paolo Baratta: «L'attenzione e la sensibilità verso il luogo in cui si vive, la conoscenza della città e del contesto in cui si studia e si opera, rende l'architettura una materia trasversale, che va oltre lo specialismo e deve riguardare tutti i cittadini, tutti i giovani». Infine, il vice preside Federico Andreolo ha ricordato anche il restauro dell’antica chiese di Santa Caterina, tornata al suo splendore con la pala del Veronese.
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