Il giudice di pace cerca una nuova sede
Giudice di pace, si cerca una nuova sede. L'accordo prevede che la sezione resterà presso la sede del tribunale di via Trento almeno fino ad aprile, ultimo baluardo di una prezenza di giudici in città.
Ma il Comune sta cercando una sede per il trasferimento al più presto, evitando l'ulteriore trasferimento a Venezia. Sede i cui costi verrebbero poi sostenuti dai Comuni del territorio oltre che dallo Stato. Si parla già di un immobile in viale Libertà, di fianco al liceo San Luigi, oppure è tornata in primo piano la sede in cui doveva trasferirsi l'ufficio anagrafe, dietro ai giardini Agorà, all'imbocco di galleria Vidussi e di proprietà di un privato. Due sedi che potrebbero fare al caso delle esigenze dei giudici di pace in fase di trasloco dalla sede del tribunale in via Trento, ormai avviata a essere solo un ricordo dopo la chiusura delle sedi distaccate e l'accorpamento a Venezia. Cosa ne sarà di quell'immobile? È la domanda che la città si pone ormai da mesi. La proprietà del tribunale, la Ape Srl di Nico Finotti, non si fa sentire da tempo, ma la tensione si sta alzando ogni giorno che passa. Ormai, davanti a questo silenzio, il sospetto è che la proprietà deciderà di fare causa al Comune se questo sarà determinato nel decidere di non pagare più l'affitto di 400 mila euro l'anno, venendo a mancare uno dei presupposti per pagare, ovvero la presenza di un tribunale a San Donà. Apparentemente tutte le ragioni sono per la nuova amministrazione comunale, che di determinati accordi non faceva parte e che anzi li aveva denunciati, con lo stesso Andrea Cereser, all'opposizione, e poi con le dettagliate interrogazioni e relazioni di Michele Marangon quando era in Consiglio comunale dove denunciò pubblicamente la questione del tribunale in tutti i suoi risvolti, le modalità di aggiudicazione dell'area, l'affitto, i costi. Il problema è che di fronte alle cause civili in Italia non si sa mai come andrà a finire. E l'accordo con la Ape Srl era stato perfettamente studiato nella previsione di ogni eventualità tra Comune e Ape. Il problema sorgerà una volta che dovesse essere usata l'arma mai spuntata dell'opinione pubblica. Pagare per un tirbunale che non c'è più, e con rimborsi dello Stato che non arrivavano nemmeno quando il tribunale era in fuzione, pur messi a bilancio per ragioni contabili, sarà un'eventualità poco gradita dai cittadini di San Donà. (g.ca.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia