Il furto, la folle corsa in auto e gli agenti aggrediti
marghera. Era nato come un semplice furto di profumi nel negozio Sephora alla Nave de Vero, da parte di una donna: ma si era trasformato in un battibaleno in un infuocato pomeriggio di fine settembre, con inseguimenti in auto, tamponamenti strada facendo, calci, pugni e insulti agli agenti che erano infine riusciti a bloccarla. Aggressioni e minacce - alimentate dall’alcol - proseguite anche all’interno dell’ospedale civile di Venezia. Elisa Michieletto, 41 anni, residente a Mirano ha patteggiato venerdì un anno e 10 mesi di reclusione, per rapina impropria e resistenza, lesioni ed oltraggio a pubblico ufficiale. Pena sospesa, ma non la revoca della patente.
L’incredibile susseguirsi di eventi aveva avuto inizio nel pomeriggio del 29 settembre.
Secondo quanto ricostruito nel capo di imputazione firmato dal pubblico ministero Andrea Petroni, la donna si era impossessata di circa 400 euro di cosmetici: quando, però, era stata scoperta dalle commesse della profumeria le aveva travolte nella fuga, arrivando a «colpire con un pugno al viso una guardia giurata». Era riuscita così a farsi strada, ad uscire dal centro commerciale e a raggiungere la propria auto, una Smart nera e grigia. Iniziando, però, una fuga folle e pericolosa, durante la quale era finita contro altre vetture e aveva percorso strade contromano. Una fuga che da Marghera, lungo la Romea era proseguita fino ad Oriago, quando una Volante aveva sbarrato la strada alla Smart. A quel punto, la donna si era barricata all’interno della sua auto - sempre secondo la ricostruzione dell’accusa - per poi avventarsi a pugni e morsi contro un poliziotto, che si era proteso all’interno dell’auto dal finestrino, per fermare la donna.
Uno stato di grande agitazione, proseguito a lungo, con il rifiuto di sottoporsi anche al test per il tasso alcolico. Una serata finita con una raffica di minacce ed insulti sempre nei confronti degli agenti, che l’avevano accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale Santi Giovanni e Paolo per accertamenti medici.
Risultato, la donna era finita agli arresti. Venerdì il suo difensore, l’avvocato Stefano Marrone, si è accordato con il pubblico ministero Petroni per il patteggiamento della pena, con il benestare del giudice. Pena sospesa dal momento che la donna non ha precedenti a suo carico. —
R.D.R.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia