Il Consiglio di Stato boccia la nuova sala scommesse

MOGLIANO. Anche il consiglio di stato dà ragione al Comune di Mogliano: niente sala scommesse in via Roma. Ieri è stata pubblicata la sentenza definitiva che mette la pietra tombale sulla vicenda dell’ex filiale Unicredit. Lì, a pochi passi dalle scuole elementari del quartiere Ovest e dalla chiesa Sacro Cuore, una società con sede a Valguarnera Caropepe, in provincia di Enna, avrebbe dovuto aprire per conto del gruppo Goldbet, una sala scommesse. Le voci di una possibile apertura circolavano già un anno fa. Ma è con l’avvio dei primi lavori di allestimento, al civico 93 di via Roma, che si fecero pressanti le proteste dei residenti. Per dire no al centro scommesse l’associazione di quartiere, presieduta da Andrea Foffano, ha raccolto oltre 1300 firme. Molte anche le interpellanze del Movimento 5 stelle. Il comune di Mogliano, in tempi brevi, ai primi di aprile, ha deciso di sbarrare le porte approvando un regolamento comunale ad hoc e successivamente inviando una diffida al titolare dall’attività Giuseppe Litteri (che nel frattempo aveva autonomamente ottenuto il via libera dalla questura di Treviso). Quest’estate la vicenda è finita al Tar, con annessa richiesta di risarcimento danni per 250 mila euro. A settembre i giudici del amministrativi si sono espressi dando ragione al Comune di Mogliano e confermando la piena legittimità del cosiddetto “distanziometro”. Ora, anche in secondo grado, si conferma la piena applicabilità del regolamento comunale, sia alle sale giochi sia alle sale scommesse: «La nostra città», dichiara con soddisfazione il sindaco Carola Arena, «si conferma tra le prime in Italia ad aver adottato un regolamento che va oltre la semplice prassi delle ordinanze. Le ludopatie rappresentano una piaga sociale di prima grandezza e la nostra amministrazione ha scelto di contrastarle.Siamo molto soddisfatti», conclude, «di questo pronunciamento del Consiglio di Stato che, di fatto, riconosce in modo solenne e incontrovertibile la legittimità del nostro operato su di un tema tanto delicato. Dopo questa sentenza ci auguriamo siano molti i Comuni a dotarsi di questo tipo di strumento».
Matteo Marcon
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