Il Comune dice «sì» all'atomo
A Santa Maria di Sala respinta la richiesta di dichiarare il territorio «denuclearizzato» per evitare le centrali

Una protesta contro le centrali nucleari
SANTA MARIA DI SALA.
Il Comune dice no all'impianto a biogas ma non chiude al nucleare. Non che debba sorgere una centrale nel mezzo del Graticolato, sia chiaro, ma alla precisa richiesta, presentata da due consiglieri di minoranza, di dichiarare il Comune denuclearizzato, il parlamentino ha detto «no». A portare la questione in Consiglio sono stati Beatrice Damin e Valter Stevanato, che hanno presentato un ordine del giorno per chiedere di dichiarare il comune denuclearizzato, inserendo tale dicitura nello statuto (e nei cartelli di ingresso al paese), vietando così la localizzazione sul territorio di attività legate al nucleare: centrali, ma anche depositi di stoccaggio delle scorie o materiali radioattivi. Una eventualità, secondo i due consiglieri, non troppo distante, visto che il Governo ha più volte dichiarato di voler tornare al nucleare, con centrali di terza generazione e tra i siti possibili c'è anche Mestre. «E' dovere del Comune - spiega Damin - impedire queste scelte chiudendo il territorio all'ingresso di queste attività». Il Consiglio però ha respinto la proposta. Per tutti, eccetto i proponenti e Giorgio Minto del gruppo misto, la questione va approfondita. Per maggioranza e minoranze, tra contrari e astenuti, la denuclearizzazione non mette al riparo da eventuali rischi. Quindi non ha senso blindare il Comune. La mozione non passa, i proponenti però hanno comunque fatto gettare la maschera ai colleghi del parlamentino. (f.d.g.)
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