Il Comune di Venezia fa causa al governo e chiede oltre 21 milioni di euro

Delibera di giunta per citare in Tribunale i ministeri dell’Interno e dell’Economia. Taglio dell’Ici: lo Stato riconosce 2,4 milioni l’anno, il Comune ne chiede il doppio 

VENEZIA. Il Comune di Venezia fa causa al ministero dell’Interno e al ministero dell’Economia e Finanze, sostenendo di vantare un credito di ben 21,7 milioni di euro. Secondo i calcoli dell’assessorato al Bilancio, infatti, mancherebbero all’appello 2,174 milioni di euro l’anno, che lo Stato avrebbe dovuto versare alle casse di Ca’ Farsetti dal 2011 ad oggi, quale compenso dovuto per la perdita delle entrate un tempo garantite alle casse comunali dall’Ici su fabbricati industriali e strutture produttive.

Lo ha deciso la giunta comunale nella seduta del 10 novembre, su delibera proposta dal sindaco Luigi Brugnaro e dall’assessore al Bilancio Michele Zuin - e pubblicata all’albo pretorio del Comune - con la quale si autorizza lo stesso sindaco a promuovere il giudizio avanti al Tribunale civile di Venezia. Un guanto di sfida legale al governo, in materia di finanza locale.

A far da sfondo alla querelle giudiziario-fiscale è la norma sul federalismo fiscale, che nel 2011 ha soppresso i trasferimenti statali riconoscendo alle amministrazioni la possibilità di introdurre propri tributi e una compartecipazione al gettito erariale, introducendo anche un “fondo sperimentale di riequilibrio” per coprire eventuali disavanzi che le nuove norme avessero apportato ai conti dei Comuni con più di 5 mila abitanti. Così, nel 2010, in vista dell’entrata in vigore della nuova norma - ricostruisce il Comune nella sua delibera - il ministero dell’Interno ha riconosciuto a Venezia una perdita di gettito pari a poco meno di 2,5 milioni l’anno, in relazione agli “immobili di tipo D (fabbricati industriali e altre strutture produttive) passati ad autodeterminarsi la rendita catastale”.

Conti che non tornavano al Comune, che già si era rivolto al Tribunale di Venezia, che con una sentenza del 2018 ha accertato un minor gettito per il Comune pari a 4,6 milioni di euro. Ed è proprio appellandosi a quella sentenza, che certifica una differenza di 2,170 milioni di euro tra quanto un tempo incassato di Ici su questi fabbricati e quanto versato dallo stato in conguaglio, che ora il Comune di Venezia batte cassa al ministero dell’Interno (che sovrintende le amministrazioni locali) e al ministero dell’Economia e finanza, che tiene il portafoglio dello Stato. Fatti i conti, a dicembre 2019 il Comune ha presentato una formale costituzione in mora dei due ministeri, chiedendo i 21,7 milioni di euro che ritiene suoi. Richiesta caduta nel silenzio: tanto più con quel che è accaduto dopo in termini di emergenza nazionale. Così ora li chiama in causa in Tribunale.

Nota a margine: in Consiglio comunale, siede anche il sottosegretario alle Finanze Pier Paolo Baretta, esponente pd che ha perso la corsa elettorale a sindaco. Qui, comunque, in ballo sono i conti di Ca’ Faretti e chi ha ragione - tra Comune e Stato - dovrà stabilirlo il Tribunale. —

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