«Il buco nero dello spaccio è l’ex centro Gardenia»

Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Marghera, piazzale Municipio 14/ Sede del centro Gardenia in vendita
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Marghera, piazzale Municipio 14/ Sede del centro Gardenia in vendita

«Grazie alle forze dell’ordine sarà un Ferragosto più sicuro in Piazza a Marghera, dopo l’assalto della gang nigeriana nei mesi scorsi. Ma attenzione al nuovo “buco nero”. L’allarme lo lancia ancora una volta Gianfranco Bettin, presidente della Municipalità di Marghera, che sollecita un piano di repressione dello spaccio in Città giardino collegato ad interventi sociosanitari da tempo carenti. «La denuncia della Municipalità di Marghera, e di tanti cittadini preoccupati, di come i giardini e i dintorni di piazza Sant’Antonio fossero caduti in mano alla gang nigeriana di spacciatori di eroina da tempo attiva in città, con epicentro attorno alla stazione di Mestre, ha prodotto un forte intervento da parte delle forze dell’ordine, a cominciare dalla polizia locale, che, con i Carabinieri e la Polizia di Stato, sono molto presenti, spiega Bettin. «Oggi la situazione è migliorata, in particolare nei pressi della chiesa e nei giardini, a riprova che interventi mirati ottengono rapidamente risultati. Per renderli duraturi serve anche altro, tuttavia». Perché ora il “buco nero” che fa da catalizzatore di sbandati e spacciatori è proprio a pochi metri da Sant’Antonio. È l’ex Casa delle Associazioni - Centro Gardenia (già scuola materna “Sacro Cuore”), denuncia Bettin, «lasciato andare in abbandono dal Comune, che ne ha di fatto espulso decine di associazioni che garantivano attività e presenza vitale e che ora è un luogo a rischio e in degrado, diventato per questo inagibile alle attività che ne facevano un centro vitale di partecipazione civica e produzione culturale». E perdura, avvisa il presidente di Marghera, «la carenza di personale e di risorse dei servizi sociosanitari, Serd in primis, e dunque la loro impotenza di fronte a centinaia di tossicodipendenti, che rappresentano il mercato a cui guardano le gang multinazionali e nostrane dello spaccio. In mancanza di un forte investimento nella prevenzione e del recupero, non ci si libererà del mercato criminale, al massimo se ne sposterà qualche punto di spaccio». Il tema è sotto gli occhi di tutti, evidente. Mestre e Marghera sono al centro di un vasto spaccio perché richiamano tanti “clienti”. «Serve, dunque, una strategia integrata di prevenzione e recupero delle dipendenze, repressione mirata e dura dello spaccio, riqualificazione urbana», avverte Bettin. —



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