Il bagnino che notò il nido «Momento indimenticabile»

Francesco Macaluso

JESOLO

È stato simbolicamente battezzato “Luca” il primo tartarughino che ha raggiunto il mare del Lido di Jesolo: un omaggio all’impegno di salvaguardia della nidiata per 68 giorni di Luca Ceolotto, 23 anni, assistente ai bagnanti della torretta 13, accanto a dove ha nidificato la tartaruga marina della specie Caretta Caretta, ma anche biologo laureato a Ferrara, ora iscritto alla laurea magistrale in biologia marina all'Università di Padova che documenterà la schiusa con la sua prossima tesi di laurea. Si era accorto per primo il 9 luglio della presenza della nidiata sull'arenile accendendo i riflettori sulle 82 uova da proteggere e il destino ha voluto sia stato anche il primo a segnalarne la schiusa.

«Per oltre due mesi ho supportato in loco i ragazzi del Cerd dell'Università di Padova e i volontari delle associazioni che ogni giorno si sono avvicendati – racconta - raccogliendo ogni giorno le misurazioni di temperatura, umidità ed altre, in modo da garantire il monitoraggio in tempo reale dei parametri vitali dei tartarughini che si stavano formando all'interno delle uova». Fino al momento magico della schiusa annunciata dall’ incavo nella sabbia per i movimenti dei piccoli di tartaruga che tentavano di uscire. «Erano circa le 20.15 di mercoledì - racconta Ceolotto - quando, con il direttore del museo di storia naturale di Jesolo, Roberto Basso, ci siamo accorti che si stava formando l'avvallamento nella sabbia, indice chiaro di una schiusa imminente. Infatti una decina di minuti dopo sono uscite le prime cinque tartarughine. Un momento molto emozionante che non dimenticherò mai». Luca Ceolotto ha ricevuto anche il plauso di Guido Ballarin, presidente dell'Associazione Nazionale Assistenti alla Balneazione. —

Francesco Macaluso

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