I Ministri del rock che danno voce alla rabbia della strada

IL CONCERTO. Al Rivolta di Marghera la band presenta l’ultimo lavoro “Per un passato migliore”. Che nel frattempo è già diventato un cult

di Matteo Marcon

MARGHERA. Per fortuna dopo una lunga attesa sono tornati i Ministri: al posto dei decreti e delle auto blu, però, hanno chitarre distorte, ritmi indiavolati e voce rabbiosa per urlare. Sono una band di punta del rock italiano e suoneranno sabato sera al Centro Sociale Rivolta di Marghera, portando sul palco l’energia live che contraddistingue il loro ultimo lavoro discografico, uscito a marzo. Davide Autelitano (voce e basso), Federico Dragogna (chitarra) e Michele Esposito sono tutti milanesi, ma a dispetto del nome, questi bocconiani del rock alternativo tricolore, nel futuro e nelle istituzioni ci credono davvero poco. Il titolo dell’album, il quarto della serie, è già un efficace manifesto del nichilismo contemporaneo bandiera delle nuove generazioni: “Per un passato migliore”. Sembra che ai giovani d’oggi, in assenza di un futuro decifrabile, sia rimasto solo quello. I Ministri intercettano la rabbia dei loro coetanei, e forse anche di quelli più giovani, infilandola nei jack delle loro chitarre. «Il tuo contratto non vale niente, la tua esperienza non vale niente, il tuo voto non vale niente, tanto vale provarci comunque» Questo, più che il ritornello, è il nuovo karma che cantano nel loro primo singolo, “Comunque”. Accusati anche di eccessivo qualunquismo e superficialità (ai tempi di internet, dei social e delle informazioni take away è davvero difficile non esserlo) i Ministri mostrano un’enorme voglia di reagire, di “stare bene”. «Non c’è governo, dio, crisi o amministratore di condominio che possa veramente rovinarci la vita» sono le loro parole «la vita è sempre altrove, ed è nostro dovere cercarla». La band, nata come da tradizione rock’n’roll tra i corridoi di un liceo nel 2005, vive in pieno i paradossi dei digitali spuri, dei ragazzi che cercano un lavoro, un appartamento per affrancarsi dalla famiglia, un sogno da rincorrere. La contestazione un po’ anarcoide e ironica della società dell’immagine, in cui essere è apparire, si unisce alla sapiente padronanza dei suoi linguaggi. I Ministri non hanno mai abbandonato il loro look marziale: sul set dei loro video, negli shooting fotografici e nei live indossano sempre gli abiti da ussari che li hanno resi vere icone del rock made in Italy. Il loro “pessimismo costruttivo” traccia un ponte con il fenomeno del grunge degli anni ’90 e, guarda caso, anche il sound dell’ultimo disco, archiviati gli ammiccamenti elettronici di quello precedente “Fuori”, è un tributo alle band simbolo di quel periodo: gli immortali Nirvana e gli Smashing Pumpkins, per citare due nomi. Anche gli ultimi video dei Ministri, da guardare non più attraverso il tubo catodico ma sul widescreen del proprio computer, perennemente connessi su youtube, cercano di ricreare quell’atmosfera e sono stati realizzati dal regista Sterven Jonger con quattro camcorder vhs amatoriali. Il gioco funziona, non c’è che dire, e colloca il gruppo milanese tra i più importanti alfieri del rock italiano, capace di inanellare sold-out nei locali di tutta la penisola. Sul palco del Rivolta, una delle ultime date del loro tour iniziato il 15 marzo, potranno sfoggiare la loro capacità tecnica, la potenza del suono sapientemente ricercata in anni e anni di sala prove e i loro ritornelli urlati a squarciagola: quella dei Ministri non salverà il Pil, ma almeno è musica perfetta per chi ha voglia ancora di correre e “spingere” lungo “chilometri di scogliere e discariche”. Ministri in concerto. Sabato 4 maggio, Centro Sociale Rivolta. Via Fratelli Bandiera, 45. Marghera (Ve). Apertura cancelli ore 20. Ingresso: 10 euro. 328.8240023; info@rivoltapvc.org.

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