I film su Chioggia in campo Duomo
CHIOGGIA. Da Comisso a Segre. Questi i due cardini su cui poggerà la rassegna “Chioggiaset” che si apre stasera in campo Duomo, interamente dedicata a film e documentari ambientati in città. Due film a sera per cinque sere in un palcoscenico speciale. Dato che Chioggia non ha più un cinema vero e proprio per la rassegna il Comune si è affidato a Lorenzo Minoli, l’inventore di Gipsy movies, un servizio di cinema itinerante unico in Italia.
Si tratta di un camion che in meno di un’ora diventa un cinema sotto le stelle con uno schermo di sei metri, un impianto audio e cento sedie. Si parte stasera, alle 21, con “Gente di mare” (1942) di Basilio Franchina, tratto dal romanzo omonimo di Comisso, e “L’uomo con gli occhiali a specchio” di Mario Foglietti. Domani “La vallee fantome” di Alain Tanner e “La moglie del prete” di Dino Risi.
Venerdì “Lettere di una novizia” di Alberto Lattuada e “Fotografando Patrizia” di Salvatore Samperi, sabato “Die Muschel piraten: kampf in der lagune von Venedig” (I pirati delle vongole: battaglia nella laguna di Venezia) di Carmen Butta e “La carica delle patate” di Walter Santesso. Si chiude domenica con “La settimana della Sfinge” di Daniele Luchetti e “Io sono Li” di Andrea Segre.
«Con questa iniziativa», spiega l’assessore alla cultura, Pierluca Donin, «incrociamo varie esigenze della città, quella di avere un cinema e quella di mettere insieme la filmografia su Chioggia. Il cinema è un ottimo veicolo di promozione per la città. Con l’enorme successo di “Io sono Li” il nome di Chioggia sta girando in tutto il mondo».
In parallelo alla rassegna il museo civico fino al 16 settembre ospita la mostra “Cuba cinema” con i manifesti cinematografici e i bozzetti preparati dai più grandi artisti cubani. Il materiale in esposizione appartiene a Luigino Bardelotto il maggior collezionista italiano e uno dei più importanti al mondo di materiale iconografico. «In molti casi si tratta di pezzi unici», spiega Elena Scantamburlo, curatrice della mostra, «Cuba è stata fin dai giorni della Rivoluzione uno dei paesi più sensibili all’arte cinematografica. Dal ’59 le locandine dei film sono state disegnate da nomi come Reboiro, Bachs, Martinez. Si tratta di veri capolavori».(e.b.a.)
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