I disegni sull’asfalto accendono le polemiche

I disegni con i gessetti sull’isola pedonale diventano un caso cittadino. La discussione si è aperta sul profilo Facebook del movimento “Il Ponte” di Paolo Madeyski che si è limitato a ospitare la...

I disegni con i gessetti sull’isola pedonale diventano un caso cittadino. La discussione si è aperta sul profilo Facebook del movimento “Il Ponte” di Paolo Madeyski che si è limitato a ospitare la discussione appassionata di alcuni cittadini, anche illustri, che si sono lamentati per la presenza dei bambini intenti sabato pomeriggio a disegnare sull’asfalto, come nel caratteristico gioco di una volta. Le critiche, come lo stesso Madeyski ha rilevato, erano concentrate sul fatto che i bambini abbiano iniziato a scrivere e disegnare le figure sull’asfalto, sporcandosi e lavorando in condizioni igieniche precarie, essendoci di base un messaggio sbagliato per la loro crescita e maturazione: se iniziano sporcando le strade, continueranno imbrattando i muri. Sul profilo le critiche si sono incrociate e le posizioni si sono divise tra i pro e i contro.

La discussione, dalle stanze virtuali dei social, è stata riportata nella realtà della discussione in strada e nei bar e locali pubblici della città. L’iniziativa, nata pressoché spontaneamente da alcune famiglie, ha riportato tante persone in centro. «Non riusciamo a comprendere certe prese di posizione», dicono i gestori del caffè Brasiloro affacciato lungo il corso pedonale, «Quel gruppo di bambini intenti a disegnare sulla strada si è rivelato un successo. Le famiglie si sono radunate lungo il corso, hanno assistito a quel gioco innocente. L’asfalto tornerà pulito alla prima pioggia o comunque potrà essere pulito facilmente. Per una volta i bambini non sono rimasti davanti a un computer o un cellulare. Bisognerebbe gioire perché sono stati all’aria aperta a giocare in modo sano e costruttivo come si faceva un tempo e si dovrebbe fare ancora oggi, nell’era del web».

«Stupiscono davvero», concludono delusi i gestori, «certe discussioni in rete che sembrano voler alimentare polemiche e accendere tensioni anche quando non è assolutamente necessario». (g.ca.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia