I corpi dei sub ancora incastrati tra le rocce dei fondali marini

I SOCCORSI
«Affranti». E’ questo il sentimento di chi dirige il diving e delle tante persone che da quasi dieci giorni stanno seguendo le operazioni di individuazione e recupero dei corpi di Carlo Basso, fratello di don Giacomo, 44enne veneziano in vacanza a Santo Domingo e di Carlo Barbieri, ligure di origine, che aveva deciso di trasferirsi a Las Terrenas. Da oltre una settimana i migliori sub dell’isola ed esperti di altre nazionalità tra cui un italiano, Sergio Cipolla, sono impegnati nella ricerca e recupero dei due sub che hanno perso la vita sabato 9 febbraio nella Laguna Dudù, nella provincia di Maria Trinidad Sanchez, uno dei luoghi più spettacolari che ci siano, un sito unico al mondo immerso nella foresta tropicale meta di speleologi e sub esperti. Sportivi, istruttori, ex appartenenti alle forze dell’ordine che mettono a repentaglio la lavoro vita, che ogni giorno programmano immersioni, pianificano spedizioni, riportano su una lavagna numeri e cifre, mappano il punto esatto in cui si trovano i due corpi per restituirli alle loro famiglie e mettere fine a un dolore che ogni giorno è più straziante.
Dopo immersioni su immersioni effettuate da sub quali Phillip Lehman e Ángel Compres, della Drss, insieme Denis Bourret, ma anche dall’italiano Sergio Cipolla, sono stati individuati i due corpi a circa 25 metri di profondità e a 250 metri dall’inizio della grotta principale, lunga quasi un chilometro.
Ma il passaggio per raggiungerli è stretto e completamente buio, solo una persona ci entra e basta un movimento per intorbidire l’acqua per ore e ore. E questo costringe a ripetere tutto daccapo, a ricominciare a immergersi sperando nel meteo.
Tra sabato e domenica a recuperare i corpi dei sub ci ha provato un team guidato da Patrick Widmann, nativo austriaco ma residente in Messico, contattato appositamente dalla Società Speleologica della Repubblica Dominicana e giunto sul luogo della tragedia per riconsegnare gli italiani alle famiglie. Nemmeno lui ci è riuscito. Sono stati usati gli scooter a propulsione per diminuire il tempo di ricerca, i sub si sono recati nella parte delle grotte più profonde, ma niente. «I corpi» spiegano dal diving «si erano spostati ulteriormente e riposizionati in un punto in cui ancora una volta non è stato possibile liberarli dalle strutture murarie in cui si sono intrappolati».
A uno dei sub è stata tolta, sembra, l’attrezzatura, ma nulla di più. «Heartbroken» è questo il sentimento delle tante persone impegnate nel recupero. A Santo Domingo ci sono le famiglie dei sub, di Barbieri e Basso, giunte dall’Italia, anche loro seguono le ricerche passo passo, sperano e tengono duro. Don Giacomo, fratello di Carlo, è volato nella laguna Du Dù dal Kenya, per assistere alle operazioni. I genitori, Piero e Giuliana, continuano a pregare da Mestre, sostenuti dal parroco, don Sandro Manfrè, e dalla comunità di San Lorenzo Giustiniani. —
Marta Artico
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