I carabinieri si fingono clienti seduti al bar Un arresto per estorsione

Luis Marchiori caduto nella “trappola” tesa dalla sua vittima in accordo con i militari È accusato di aver preteso 13 mila euro con minacce 
Roberta De Rossi

camponogara

Come in un film. Carabinieri vestiti da semplici avventori, come due amici seduti ad un tavolino di un bar a Campolongo a prendersi un caffè.

Accanto a loro, altri due uomini: tra loro il clima è più testo. E non appena l’uno passa all’altro una busta, i carabinieri scattano in piedi, si presentato per quel che sono e arrestano in flagranza di reato, con l’accusa di estorsione, Luis Marchiori, originario di Spinea e residente a Campolongo, una lunga lista di precedenti al suo attivo, tra possesso d’armi, spaccio di droga e un procedimento in corso anche per combattimenti clandestini tra cani e cinghiali.

È accaduto martedì mattina.

Nelle ultime settimane - secondo quanto sin qui ricostruito dall’accusa - la vittima era incalzata dalle richieste sempre più pressanti di danaro che gli faceva Marchiori, che gli chiedeva con insistenza 13 mila euro, con modi sempre più minacciosi. In un’occasione - ha denunciato la vittima - gli avrebbe puntato contro una pistola, all’inguine. Non ancora chiara quale sia stata l’origine della vicenda.

L’uomo, spaventato tante “attenzioni” si era così rivolto ai carabinieri e il reparto operativo dell’Arma di Mestre si è subito attivato: ha iniziato ad intercettare le telefonate e i messaggi tra i due e ha poi organizzato lo scambio controllato di una prima tranche di soldi: duemila euro in banconote fotocopiate. Quando l’uomo è andato al bar di Camponogara per lo scambio, nascosto sotto il giubbotto aveva un registratore, in collegamento diretto con gli investigatori seduti poco lontano. Così, non appena la busta è passata di mano e Marchiori l’ha messa in tasca, sono scattate le manette.

Presunzione di innocenza vuole che solo una sentenza definitiva stabilisca la colpevolezza di una persona. Nel frattempo, Luis Marchiori resta in carcere. Nell’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari Alessandro Gualtieri.

L’avvocato difensore Gian Maria Daminato ha chiesto gli arresti domiciliari, ma il gip - tenuto anche conto dei numerosi precedenti dell’uomo - ha optato per la custodia cautelare in carcere in attesa del proseguimento delle indagini. —



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