I carabinieri ai colleghi rapinatori: "Infami"

Lo sfogo tra i militari in forza al battaglione di Mestre dopo la scoperta che i due commilitoni sono gli autori del colpo al supermercato finito nel sangue. «Meno selezione da quando ci sono arrivi dall’Esercito»
Sede del comando 4° battaglione "Veneto" in viale Garibaldi a Mestre
Sede del comando 4° battaglione "Veneto" in viale Garibaldi a Mestre

MESTRE. Ieri nella sede del Battaglione carabinieri Veneto, di viale Garibaldi, nessuno parlava. Chi non lo faceva per ordini superiori, chi per la vergogna dovuta al fango che suo malgrado ha sporcato la divisa che indossa con onore e onestà. Tutti, naturalmente, conoscono i due colleghi arrestati (Jacomo Nicchetto e Claudio Vitale. E tutti dicono che non si aspettavano una cosa del genere: rapinatori e assassini. Qualcuno sapeva dei loro problemi economici, sussurati durante la presenza in caserma o mentre erano impegnati in ordine pubblico. Del resto sono molti ad averli di questi tempi. Qualcuno parla, impreca contro i due “infami”, ma anche contro il Comando Generale che arruola con troppa superficialità. Racconta un sottufficiale: «Una volta ti facevano i raggi ics prima di entrare. I marescialli della stazione del tuo paese, se abitavi in piccoli centri, passavano al setaccio la tua storia e quella della tua famiglia. Praticamente fino alla settima generazione sapevano tutto di te, dei tuoi genitori, di fratelli, zii, cugini e parenti vari. Se non bastava, quando presentavi la domanda ti chiamavano in caserma e ti sottoponevano ad un colloquio - continua il carabiniere -. E magari se avevi dei parenti poco raccomandabili la tua richiesta veniva respinta. Ora se chiedi ad uno dei ragazzi se ha dei figli o cosa faceva prima di entrare, rischi un richiamo per violazione della privacy, questo per dire che la situazione è assurda. Praticamente sono dei concorsi pubblici, manca solo che ci sia l’autocertificazione sulla tua fedina penale. La situazione è peggiorata quando, i nuovi che arrivano qui, provengono dall’Esercito. Molti sono ragazzi che dopo aver prestato servizio preferiscono arruolarsi nell’Arma o nella Polizia. Non c’è più controllo. Non a questi livello degli “infami” arrestati, ma anche in altre circostanze ci sono stati colleghi, non dovrei usare questo termine, finiti in manette o inchieste iniziate quando erano in altre strutture pubbliche». Una decina di anni fa alcuni militari del Battaglione Veneto vennero coinvolti in un’indagine in Sicilia per reati contro il patrimonio. Gli episodi loro contestati si riferivano al periodo, quando erano arruolati nell’Esercito. Un sottufficiale «Capisco che noi, come le altre forze dell’ordine, siamo specchio della società, e quindi è fisiologico ed è un fatto statistico che anche tra noi ci siano delle pecore nere. Ma una maggiore selezione di chi entra nlel’Arma ci deve essere, noi non facciamo un lavoro come gli altri. E considerato che nessuno è obbligato a farlo, ci deve essere maggiore attenzione su chi entra».

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