«Hospice: o viene riaperto o ci rivolgiamo ai magistrati»

Omissione di soccorso, interruzione di pubblico esercizio e danno erariale. Sono questi i reati che secondo il Codacons e le associazioni che sostengono la riapertura dell’Hospice intraospedaliero...
MARGHERA 31/03/2005 Hotel Holiday Inn conferenza stampa Uniti per Carraro nella foto Franco Conte (C) Bertolin Matteo richiesto da IANNUZZI MARGHERA 31/03/2005 Hotel Holiday Inn conferenza stampa Uniti per Carraro
MARGHERA 31/03/2005 Hotel Holiday Inn conferenza stampa Uniti per Carraro nella foto Franco Conte (C) Bertolin Matteo richiesto da IANNUZZI MARGHERA 31/03/2005 Hotel Holiday Inn conferenza stampa Uniti per Carraro

Omissione di soccorso, interruzione di pubblico esercizio e danno erariale. Sono questi i reati che secondo il Codacons e le associazioni che sostengono la riapertura dell’Hospice intraospedaliero del Policlinico San Marco (Lilt, Anfass, Avuls e Humanitas Venezia), si configurerebbero se perdurerà la chiusura del Centro di Supporto Oncologico della struttura ospedaliera di viale San Marco: 25 posti letto al quarto piano dell’edificio. Ieri mattina le associazioni che si occupano dei malati terminali, assieme a Franco Conte (Codacons, in foto), il direttore del reparto chiuso Antonio Maestri e il capo sala Luciano Cipolato, si sono ritrovarti nell’ufficio del vicedirettore generale del Policlinico Francesco Camisa. Scopo? Lanciare un nuovo appello alla Regione e all’Asl, dopo la consegna delle 16.350 firme raccolte in 15 giorni, per riaprire la struttura. Prima di rivolgersi alla magistratura le associazioni danno ancora tempo alle istituzioni per trovare una soluzione, superare gli scogli burocratici e gli scaricabarile. Se entro il primo dicembre alle 17.30, giorno in cui si terrà un incontro con la cittadinanza nel municipio di via Palazzo, non ci saranno segnali positivi, si andrà in Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. «Qui ci sono 25 posti letto a disposizione dei cittadini da oltre 20 anni – spiega Camisa – il reparto in quest’arco di tempo è cresciuto sino a diventare un punto di eccellenza per tutta la regione, una struttura peculiare con caratteristiche non replicabili, di grande utilità in un territorio dove purtroppo la media dell’incidenza della malattia oncologica è superiore a quella regionale e nazionale». Oggi i letti sono vuoti, il personale (34 persone tra medici, infermieri, psicologi, psichiatri) ha fatto ferie o lavora altrove, ma potrebbe sorgere un problema occupazionale. «Di tumore si muore ma si può anche vivere – spiega Maria Grazia Cevolani presidente della Lega Lotta contro i Tumori – gli hospice offrono assistenza, ma il Reparto cure palliative del Policlinico è un aiuto indispensabile, dove viene riservata un’attenzione al paziente fino all’ultimo respiro, dove si muore con dignità e si è sicuri che nulla è intentato. Da quando è chiuso, c’è disperazione in città. La gente ci chiama, ci chiede cosa deve fare ora». «Tutti vogliono la riapertura del Centro di Supporto Oncologico – dice Giulia Brugnone di Humanitas – lo dimostrano le firme raccolte in 15 giorni e l’adesione massiccia, oggi, si muore in lista d’attesa». Le associazioni Odo e Avapo faticano a seguire i casi che si presentano. «A noi – aggiunge Conte – sembra ci sia omissione di soccorso, interruzione pubblico servizio e danno erariale perché i pazienti che non trovano posto qui devono essere ricoverati nei reparti per acuzie degli ospedali, con un costo assai maggiore». Codacons e associazioni attendono una risposta dal governatore Zaia e dall’assessore regionale Coletto.

Marta Artico

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