«Ho venduto un computer agli assassini di Lignano»

Il titolare del negozio Infoshop di Portogruaro conosceva i due ragazzi cubani Lisandra frequentava spesso una discoteca di Fossalta e molti la ricordano
Di Rosario Padovano
FGAVAGNIN PORTOGRUARO INFOSHOP computer stefano titolare
FGAVAGNIN PORTOGRUARO INFOSHOP computer stefano titolare

PORTOGRUARO. Frequentavano molto anche il veneziano i due fratelli Reiver Laborde Rico e Lisandra Aguila Rico, accusati del barbaro omicidio di via Annia a Lignano. La coppia, nel Natale scorso, ha acquistato un computer netbook da un negozio di informatica del centro storico, la Infoshop. Lisandra, appassionata di ballo e vita notturna, frequentava molto spesso invece la discoteca Palmariva di Fossalta. A tal proposito parlano le foto, ma anche alcune persone che giurano di averli visti. D’altronde non potevano passare inosservati, con quella corporatura robusta.

Lei, Lisandra, bellezza cubana con sguardo da gatta; lui con quel suo viso che sembra simpatico, dietro il quale, quella tragica notte di fine agosto, si è celato il volto di un assassino. Stefano Pilosio, il titolare del negozio Infoshop di via Padre Bernardino a Portogruaro, se li ricorda bene quei due. Non potevano passare inosservati ieri mattina alla lettura dei giornali e sui siti internet. Pilosio era un amico di Facebook di Lisandra, ma solo perché la 21enne cubana aveva acquistato il computer da lui. Quel netbook grazie al quale la mente dell’omicidio Burgato ha inserito le foto della sua vita recente sul social network. Le piaceva essere al centro dell’attenzione. Lo testimoniano le foto che si faceva con l’autoscatto grazie al telefonino: in bagno o in altre stanze della casa. E poi le piacevano, eccome, i commenti degli internauti, degli amici, conosciuti e sconosciuti.

Stefano Pilosio fa fatica a crederci. «Si, è proprio lei», racconta il negoziante, «quel giorno io me lo ricordo bene, quando sono venuti ad acquistare un computer». Erano in due dunque, verso il Natale del 2011. Si volevano fare un regalo i due Rico. Volevano un pc portatile, come tanti ragazzi di oggi, per poter navigare, chattare, sentire più vicina la terra natale, Cuba.

A Lignano e nel Veneto orientale però cercavamo altri miraggi. «I due fratelli cubani mi hanno colpito per la loro educazione, per i modi gentili», ricorda ancora il titolare del negozio di informatica di Portogruaro, «sono rimasto molto male quando ho letto la notizia ed è indubbio che si stenta a credere a una cosa simile, un delitto di tale violenza». Costernazione anche tra chi frequentava Lisandra alla discoteca Palmariva di Fossalta e al Papillon di Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone. I commenti sul profilo Facebook di Lisandra, sulle sue numerose fotografie, la dicono lunga sulla costernazione ma anche sul senso di rivalsa che tanti internauti adesso stanno provando.

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