Guglielmo Pepe e la resa dei tremila austriaci
Anche la terraferma ha il suoi luoghi risorgimentali.
Piazze Barche
, per esempio, si chiama così perché, per svariati secoli, è stata il punto di approdo delle imbarcazioni che collegavano Venezia con la terraferma lungo il canal Salso. Al tempo, in assenza di ponti, gli unici spostamenti possibili erano via acqua. Dopo l'Unità, piazza Barche venne chiamata Piazza XXVII Ottobre per ricordare il giorno in cui, nel 1848, tremila soldati veneziani guidati dal generale napoletano
Guglielmo Pepe
costrinsero alla resa la guarnigione austriaca che presidiava Mestre. In
Piazza Ferretto
, invece, mentre il 22 marzo del 1848 avveniva la presa dell'Arsenale e la proclamazione della Repubblica di San Marco, i facchini e i barcaioli di Mestre abbandonarono le loro attività per festeggiare animatamente in piazza. Dopo la riconquista austriaca, avvenuta a metà del giugno 1848, Mestre fu occupata da migliaia di soldati e, per l'assedio finale a Venezia, che resistette fino all'agosto del '49, in città si concentrarono 30 mila uomini. La
Torre dell'orologio
, al tempo, è stata utilizzata per tenere sotto controllo le postazioni dei veneziani nel
Forte di Marghera
. Ed è questo un altro luogo simbolo del Risorgimento nella terraferma veneziana. Costruito dai francesi sulle barene di San Giuliano, nel 1848 ebbe importanza strategica per la sua posizione di mezzo fra la terraferma e Venezia. Nel maggio del 1849, il feld-maresciallo austriaco Radetzky se ne impadronì e, di notte, impiegò migliaia di zappatori per prosciugare il terreno e costruire trincee: fu il 27 di quel mese che, difeso da 2.500 uomini e 137 cannoni, dovette cedere agli austriaci.
(s.z.)
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