La guerra dei facchini a caccia di turisti a Venezia, «Noi porter regolari scacciati a forza»
I portabagagli autorizzati: «Ci minacciavano con i bastoni, così ci siamo spostati tutti al Tronchetto». L’assessore Costalonga: «Nuove regole entro il 2026: numeri di matricola, obbligo di fideiussione bancaria e di assicurazione»

«Il primo era stato un veneziano, un uomo che forse si era ritrovato senza lavoro e che aveva deciso di provare a sbarcare il lunario così. Si è infilato una pettorina, ha recuperato un carretto e si è piazzato dove passavano e ancora oggi passano centinaia di turisti. Ha dato l’idea a tantissimi altri, stranieri, senzatetto, delinquenti, truffatori: nell’arco di poco tempo piazzale Roma e la stazione Santa Lucia di Venezia erano invasi dai portabagagli abusivi. E noi siamo stati messi all’angolo: eravamo in settanta, eppure ci siamo ritirati in blocco dalla stazione, perché ci hanno minacciati con i bastoni, ci aspettavano al mattino presto, e noi abbiamo tutti una famiglia, a casa».
Confinati al Tronchetto
Luca è un socio della cooperativa Transbagagli, oggi lavora principalmente al Tronchetto e come lui tutti i suoi colleghi regolari. Quando sente le denunce contro i porter non autorizzati non trattiene un moto di stizza: «È una questione d’ordine pubblico, noi ce ne siamo andati perché se no sarebbero stati scontri continui».
Luca ritrova nelle cronache di questi giorni gli stessi schemi di dieci anni fa: «Che gli imbroglioni si vestano come noi non è una novità, oggi usano una polo bianca e un paio di pantaloncini blu che sono identici a quelli della nostra divisa, ma già in passato ci siamo visti costretti a cambiare la tonalità dei nostri panciotti perché gli abusivi avevano preso l’abitudine di indossarne di identici. È un copione che si ripete, serve una regolamentazione chiara, stringente».
Le licenze
Una norma c’è, almeno per quanto riguarda le licenze: «Noi dobbiamo chiedere il permesso in questura, che ci viene rilasciato solo dopo un controllo sulla nostra fedina penale: all’epoca ci voleva un mese e mezzo. E infatti fin da quando sono apparsi i primi irregolari ci siamo chiesti come avessero fatto loro a superare quello scoglio. Poi abbiamo capito che, tanto, questi individui non avevano proprio nulla in ordine: per forza il loro servizio costa di meno - quando non ti truffano. Noi abbiamo i numeri identificativi sui carrelli, abbiamo dovuto cambiare le ruote per essere in regola, siamo interdetti dal ponte di Calatrava, loro fanno quello che vogliono».
Prima dell’invasione, la Transbagagli e la Venezia 1937 - che lavorava ai binari - si dividevano gli spazi: «Noi non salivamo gli scalini di Santa Lucia, aspettavamo in fondamenta. Anzi, ci siamo presi anche una multa quando siamo andati oltre quel confine, per protestare. Oggi i porter invece sono ovunque». Metri conquistati con la forza, con le intimidazioni: «C’è stato l’assalto dei “barbanera”, poi i bengalesi», continua Luca, «Ci sono state risse in riva, ai Tre Ponti, erano così violenti da averci fatto scappare. E oggi ce li troviamo anche al Tronchetto: è successo l’altro giorno, i miei colleghi si sono spaventati».
Nuove regole in arrivo
Sulle regole sta ragionando l’assessore al Commercio Sebastiano Costalonga, reduce dalla riorganizzazione di tutti gli altri settori: «Entro la fine del mandato, l’anno prossimo, voglio fare anche questo. Il problema è nato con le liberalizzazioni, che di fatto sono state un “liberi tutti”. L’idea è quella di imporre a tutti almeno una Segnalazione certificata di inizio attività. Con quella, e chiedendo alle forze dell’ordine le banche dati delle loro registrazioni, è possibile pensare a un censimento dei porter regolari, quindi a un numero contingentato, con degli identificativi di matricola univoci, un sistema che taglierebbe finalmente fuori gli abusivi».
Costalonga in realtà ha in mente anche di più: «L’obbligo di utilizzo del Pos, ad esempio, in modo di scongiurare i pagamenti in nero. E poi, come per le edicole, la fideiussione bancaria, così in caso di danni il Comune può trattenere direttamente da lì. Anche l’assicurazione sarebbe indispensabile: i carretti possono distruggere i ponti, ma anche far del male ai passanti. Infine dei corsi di formazione, obbligatori, organizzati con le categorie».
Luca in tutto questo ci spera, ma guarda anche oltre: «Andrebbero regolarizzati pure i depositi bagagli. E poi, sì, sarebbe bello avere un pontile e due paline. Se n’era parlato, anni fa: era il progetto “Caronte”, ma ci volevano piazzare sotto il ponte della Costituzione. E lì, di notte, nessuno di noi ci voleva stare. Vedevamo già i bastoni degli abusivi diventare coltelli, nel buio». —
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