Gruppo Tre Archi, 40 anni di storia

Domenica grande festa a San Giobbe per l’associazione remiera
Quarant’anni in difesa della tradizione e della venezianità. Il gruppo Tre Archi festeggia l’importante traguardo con una grande festa, domenica prossima al patronato di San Giobbe e un volume dedicato alla sua storia curato da Umberto Sichero. «I primi 40 anni di vita del nostro gruppo», dice con orgoglio la presidente Maria Maccanin, «ci trasmettono un modello collaudato di comportamento che ci consente di guardare con fiducia al nostro futuro». Un segno di speranza in un panorama che vede la voga veneta in difficoltà, alle prese con il calo delle vocazioni e un moto ondoso sempre più grande e minaccioso.


La storia del gruppo Tre Archi comincia nel marzo del 1977. Al bar dei Canottieri, in fondamenta Tre Archi vicino al celebre ponte sul rio di Cannaregio, si ritrovano quindici amici che hanno da poco partecipato alla «Vogalonga». Anni in cui, grazie alla spinta di Toni Rosa Salva, la voga veneta prende piede e si sviluppa. Paolo Bardella, Gildo Belotto, Franco Bonini, Alfio Ceola, Sandro Da Preda, Sergio Da Preda, Carlo Ghezzo, Berto Grandolfo, Gilberto Gritti, Gino Maccanin, Marco Maccanin, Alfredo Rubelli, Franco Tonini, Gianni Tonini e Franco Trevisan. Il 3 aprile dello stesso anno la società è formata. Primo presidente sarò Gianni Tonini, poi verranno Gianfranco e Ferruccio Cristante, la Maccanin. Nel novembre dello stesso anno il Gruppo tre Archi insieme alla Settemari decide di occupare l’ex Macello abbandonato per ricoverare la flotta delle imbarcazioni, a cominciare dalla
balotina.
Una storia nata quel giorno e non ancora conclusa.
(a.v.)


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