Gruppo Marseglia al Tar contro il Comune per il no preventivo all’hotel a San Giobbe
Il gruppo Marseglia ricorre al Tar contro il Comune contro il no preventivo - espresso dalla Direzione Sviluppo del territorio - alla realizzazione di un nuovo hotel di lusso con il marchio Hilton-Canopy nell’area dell’ex Orto Botanico di San Giobbe acquisita da qualche anno dalla società già propritaria dell’Hilton Molino Stucky e presto amche dell’hotel Ca’ Sagredo. La proposta Marseglia comportava la necessità di una Variante al Prg - data l’attuale destinazione a residenza dell’area - e una deroga alla delibera “blocca-alberghi” varata da Ca’ Farsetti da oltre un anno. Per gli uffici comunali la proposta del nuovo albergo, con il recupero anche dell’area verde, non sarebbe ammissibile perché non riguarderebbe un singolo edificio ma un complesso e perché sarebbe in contrasto con il Documento del sindaco per il Piano degli interventi, in particolare dove pone l’obiettivo “di contenere il fenomeno della progressiva occupazione del patrimonio residenziale cittadino da parte di attività ricettive alberghiere ed extralberghiere” individuando l’area dell’ex Orto Botanico tra quelle strategiche per il rilancio della residenza a costi sostenibili. Di tutto altro avviso la San Giobbe srl - la società del gruppo Marseglia che detiene il complesso di San Giobbe - che ha presentato ricorso al Tar contro il Comune chiedendo l’annullamento del provvedimento di rigetto dell’istanza presentata per l realizzazione dell’hotel e in via subordinata anche quella della delibera del Consiglio comunale che ha fissato il “blocca-alberghi” con la relativa Variante al Prg e del documemto del sindaco per il Piano degli Interventi. Tra le numerose ragioni addotte - oltre a contestare che il via libera possa essere solo per un singolo edificio e non per un complesso - la società di Marsiglia chiede che ad esprimersi sulla possibile realizzazione dell’hotel sua il Consiglio comunale, come previsto dalla possibilità di derogare al blocco di nuovi alberghi in base a paranetri come la qualità delle strutture, la capacità di riqualificare gli spazi pubblici circostanti (con il recupero e l’apertura al pubblico dell’area dell’ex Orto Botanico), uso razionale e unitario degli immobili, l’impatto occupazionale e derivato e l’entità del contributo per la deroga alla destinazione d’uso, che in questo caso sarebbe di un milione di euro. La nuova struttura alberghiera dovrebbe avere 230 stanze tra camere e residenze per gli ospiti, con un volume complessivo di oltre 58 mila metri cubi, di cui oltre 6.500 di ampliamento di superficie. Prevista anche la realizzazione di due piscine, una coperta e una scoperta, una spa con una palestra sotterranea. Un altro ricorso al Tar era stato presentato dalla società anche nei confronti della Soprintendenza che voleva bloccare ogni intervento nell’area perché l’Enel - prima proprietaria del complesso poi ceduto alla San Giobbe srl - non le avrebbe comunicato la vendita a suo tempo per esercitare il possibile diritto di prelazione all’acquisto. Ma, carte alla mano, la San Giobbe srl ha dimostrato che ciò invece era avvenuto e la Soprintendenza ha ritirato il provvedimento di blocco. —
Enrico Tantucci
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