Grandi navi a Venezia, riecco il terminal di Fusina

I consiglieri comunali Renzo Scarpa e Ottavio Serena scrivono a Unesco e governo  «Passaggi ridotti della metà davanti a San Marco, soluzione possibile da subito»

VENEZIA. Grandi navi a Fusina. Una soluzione immediata per togliere le grandi navi da San Marco c’è. Due consiglieri comunali del gruppo Misto – Renzo Scarpa e Ottavio Serena – e due esperti del settore – Renato Darsiè e Andrea Gersich – ne sono convinti, e hanno inviato ora all’Unesco di Parigi un nuovo dossier. Con una lettera ai ministri del governo Conte Alberto Bonisoli (Beni culturali) e Danilo Toninelli (Infrastutture).

La proposta è quella di attrezzare da subito due ormeggi per le navi da crociera a Fusina, dove è stata realizzata soltanto la metà del terminal «Ro-Ro» per le navi traghetto. «Si possono ultimare i lavori», spiega Scarpa, «e realizzare nella darsena altri due ormeggi. C’è spazio anche per i servizi, come da progetto approvato nel 2007 dalla Regione e dal Porto nell’Accordo di programma. E anche per collegamenti rapidi con l’attuale Marittima via ferrovia».

«Perché non si fa?» si chiedono i promotori. L’anno scorso l’Autorità portuale aveva presentato al governo Gentiloni – e all’allora ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio – uno «Studio Multicriteria» che metteva a confronto i vari progetti. «Ma l’Autorità portuale ha tratto conclusioni su parametri sbagliati», accusa Scarpa, «cioè immaginando che si dovesseeo mettere a Fusina le grandi navi oltre le 140 mila tonnellate». «Noi invece», continua, «chiediamo di farci ormeggiare quelle che oggi passano per il bacino di San Marco e il canale della Giudecca».

Conti alla mano, solo attrezzando i due nuovi ormeggi l’effetto sarebbe immediato. Sarebbero meno della metà le grandi navi da crociera a passare per il bacino San Marco rispetto a quelle viste nel 2018. 256 giorni sarebbero completamente «senza navi».

Fusina, dunque. Vantaggi indubbi, secondo i promotori. A cominciare dalla rinuncia a scavare nuovi canali in laguna e a costruire «nuove infrastrutture impattanti». Ma anche un miglioramento della situazione ambientale. Fermandosi a Fusina le grandi navi passeggeri dovrebbero compiere un percorso molto più breve di quello previsto per farle arrivare al Canale Industriale Nord o addirittura per arrivare in Marittima via canale Vittorio Emanuele. Miglia risparmiate e con esse fumi, inquinamento elettromagnetico, moto ondoso.

Scarpa attacca anche la presunta alternativa di Marghera, definita «già pronta» dal Comune e dal Porto, con l’appoggio della Regione di Zaia e votata dal Comitatone il 7 novembre dell’anno scorso.

«Per i nuovi ormeggi», dice Scarpa, «sarà necessario prima espropriare terreni privati e bonificarli, dal momento che si tratta di aree tra le più inquinate dalla zona industriale di Porto Marghera».

Anche con l’eventuale scavo del canale Malamocco Marghera, che dovrebbe portare le navi in Marittima, i tempi si annunciano lunghi. Valutazioni ambientali a parte, si dovranno interrare gli elettrodotti e spostare i cavi sottomarini. «Ci risulta», dicono i firmatari, «che la procedura non sia ancora cominciata. Dunque ci vorranno anni. E intanto le navi continuano a passare davanti a San Marco. Chiediamo che Unesco e governo leggano i nostri studi prima di decidere. A Fusina si può andare subito, e con poca spesa». —
 

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