Grandi manovre in corso sulla Marittima La Regione cede la maggioranza assoluta

Grandi manovre in corso sul futuro dello scalo crocieristico veneziano e anche su quello di Venezia Terminal Passeggeri, la società che lo gestisce – ormai in mano alle compagnie di crociera – e la cui concessione sulla Marittima scadrà nel 2024. Lo scalo è oggi in mano ad Apvs srl, la società che controlla anche Venezia Terminal Passeggeri e che aveva come socio di maggioranza al 51% la Regione attraverso la sua finanziaria Veneto Sviluppo. Venezia Investimenti – la cordata formata dalle compagnie Msc, Costa Crociere, Royal Caribbean e alla turca Global Limean – aveva il 48% delle quote, mentre l’1% è detenuto da Apv Investimenti Spa, una controllata dell’autorità Portuale di Venezia. Secondo gli accordi a suo tempo definiti con Venezia Investimenti, a far data dal 15 novembre scorso Veneto Sviluppo avrebbe potuto porre in vendita l’intera propria partecipazione in Apvs realizzando un importo molto significativo (superiore ai 19 milioni di euro), e passando in pratica l’intera proprietà alle compagnie di crociera. Ma nel frattempo c’è stato il Covid – con il blocco dell’attività croceristica – e progetti come quello del nuovo terminal a Marghera e anche di quello in mare davanti al Lido che rischiano di rendere sempre meno centrale il ruolo della Marittima per le navi da crociera. Nessuno ha voglia di esporsi in modo così pesante. E così a dicembre – con una discrezione insolita per una società pubblica – Veneto Sviluppo ha rinunciato alla maggioranza assoluta delle quote in Apvs, cedendo però solo un uno per cento – sembra pagato benissimo – a Venezia Investimenti, che passa al 49%, contro il 50 della finanziaria regionale.
Decidendo in pratica di gestire insieme la società per i prossimi anni. Sottoscritto un nuovo patto para sociale che replica i contenuti del precedente, così mantenendo i rispettivi diritti di governance di gestione congiunta della società. La Regione – con Veneto Sviluppo – e le compagnie di crociera vogliono insomma proseguire insieme, con un obiettivo condiviso da raggiungere: quello che alla Venezia Terminal Passeggeri (Vtp) sia prorogata la concessione sulla Marittima, Che dovrebbe invece andare a gara, come non avvenuto nel caso della concessione attuale. In Venezia Terminal, Apvs ha il 53% delle quote, contro il 22,18 di Finpax srl – la società degli operatori portuali le cui quote sono però state acquisite dalla società delle compagnie di crociera – la stessa quota di Save e il 2,64% detenuto dalla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo.
Prorogare la concessione a Vtp risolverebbe il problema, evitando che altri soggetti possano farsi avanti per gestire lo scalo crocieristico veneziano. Del resto, il presidente della Regione Luca Zaia lo ha dichiarato all’ultimo Comitatone: «C’è necessità di prorogare la concessione di Vtp, una società dove il pubblico è presente e dove abbiamo fatto entrare le società di crociera. La concessione sta scadendo e deve essere prorogata, rivolgiamo un appello al ministro perché si possa chiudere velocemente la partita».
E che Vtp sia allergica alle gare per quelle che sono state fino ad oggi le sue concessioni, lo dimostra il ricorso al Tar già presentato nei confronti del Porto, per la decisione del precedente presidente Pino Musolino di bandire una gara pubblica per i lucrosi approdi turistici. Oggetto del contendere è appunto il rinnovo delle concessioni degli approdi turistici fino al 31 dicembre 2028 che riguarda i pontili e gli specchi acquei disseminati tra il Canale della Giudecca, il Bacino di San Marco – con la Riva dei sette Martiri – e la Riva delle Zattere. Approdi per yacht, lancioni e altre imbarcazioni di tipo turistico che la Vtp gestisce da decenni in regime di fatto di monopolio, ottenendo regolarmente la concessione decennale dal Porto. Ma stavolta l’ente guidato da Musolino ha deciso di bandire una gara europea per la concessione degli approdi per cederla al miglior offerente. E c’è già chi si è fatto avanti per candidarsi, come l’associazione d’impresa compresa dai napoletano dell’Alilauro Gruson spa e del Luise International & Co. srl Alilauro. Non si vuole evidentemente che succeda lo stesso per la Marittima. —
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