Grande cuore dei Dogi veneziani Trionfo nelle acque dell’Arno

Il galeone di casa era favorito ma la squadra lagunare con una rimonta eccezionale ha guadagnato metri, respingendo l’ultimo inutile tentativo dei toscani di imporsi al fotofinish. Che spettacolo
Di Alberto Vitucci
REPUBBLICHE MARINARE GARA
REPUBBLICHE MARINARE GARA

INVIATO A PISA. Vittoria di squadra. Stravolgendo pronostici e sfortuna, numeri d’acqua e classifiche, il galeone di Venezia stravince a Pisa la 58esima Regata delle Antiche Repubbliche marinare. E si porta a casa per la 31esima volta il trofeo del Palio. Vittoria netta, senza discussioni. Mezza barca, nove secondi di vantaggio sui pisani, l’equipaggio di casa. Condotta di gara perfetta, vogate intorno ai 42 colpi al minuto e una progressione vincente che ha avuto la meglio sui favoriti pisani, partiti forti ma giunti stremati ai 1500 metri, e sugli amalfitani, barca detentrice del titolo che aveva pescato il numero d’acqua migliore. Grande la gioia dei veneziani all’arrivo, pari solo alla cocente delusione dei pisani, pubblico di almeno 30 mila persone sulle rive ammutolito a fine gara. Venezia inaugura così un nuovo ciclo, dopo le sfortunate prove del 2011 _ ultima con tre squalificati, regata annullata _ e dell’anno scorso, quando ad Amalfi la vittoria era sfumata al fotofinish, per soli sei centimetri. Stavolta non c’è stato bisogno del replay, e l’otto lagunare ha tagliato il traguardo con ampio margine. «Vittoria del collettivo, siamo felici», commenta il provveditore Ferruccio Kleut.

Si parte alle 18.30 in punto davanti al ponte dell’Aurelia. Vento di libeccio che soffia dal mare, corrente forte e Arno «pieno». Tutti puntano alla corsia 1, lato nord, dove la curva è più larga ma il vantaggio di dieci metri e la minore corrente può favorire. La pesca Amalfi, Pisa è in corsia 2, Venezia in 3, Genova in 4, lato sud. Amalfi parte a razzo, prova a mettersi davanti e ci riesce fino ai 500 metri. Si curva verso destra al ponte Solferino e Pisa risale. Venezia è al terzo posto, anche se deve recuperare lo svantaggio del cordino, circa venti metri. Ritmo infernale, 42-43 colpi al minuto controcorrente. In vista del ponte di Mezzo, a metà percorso, le tre barche sembrano allineate. Pisa in testa, Venezia subito dietro, Amalfi a pochi metri. Ma negli ultimi 500 metri il galeone verde allunga con unritmo forsennato mentre Pisa comincia a calare. L’urlo della folla si spegne in un attimo. I veneziani alzano le braccia al cielo.

«Ci credevamo, ci credevamo, ci eravamo allenati duramente e volevamo questa vittoria», dice Mauro Serena, il vice allenatore anche lui campione di canottaggio ed ex atleta del galeone, sprizzando felicità ai microfoni di Rai2. «Abbiamo tenuto un ritmo altissimo, senza mai mollare. È una grande vittoria, meritata, speriamo l’inizio di un nuovo ciclo». Qualche “piccolo trucco” trapela a fine gara. Come quello di allargare verso sinistra per poi tagliare a destra e recuperare in qualche modo l’handicap della corrente. O la pretattica di annunciare una partenza a razzo. In realtà a vincere è stata la progressione. Gruppo di ragazzi simpatici e affiatatissimi. Decisivo l’innesto di Mattia Colombi, fratello di Jacopo, che ha imparato a vogare nella barca a sedile fisso solo da qualche mese. «Sono felice», commenta al traguardo, «ringrazio il Corpo Forestale dello Stato che mi ha peresso di allenarmi e di arrivare a questi risultati». Il galeone veneziano non arrivava primo dal 2008, anno del trionfo ad Amalfi, sempre davanti ai rossi pisani. Che sull’Arno, terreno di casa con mille insidie, avevano vinto nel 2006 e nel 2009. Adesso l’albo d’oro vede Venezia in testa con 31 vittorie, seguita da Amalfi con 10, Pisa e Genova 8. Prima dei galeoni, sfida su gozzi con la vittoria di Pisa davanti a Genova, Amalfi e Venezia.

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