Gli orecchini icona tornano alla Guggenheim
Dopo la morte della mecenate erano finiti a un privato. Non appena sono arrivati sul mercato è stata lanciata la sottoscrizione, legata all'anniversario del compleanno di Peggy. Il regalo è arrivato grazie alle donazioni di privati cittadini e sostenitori del Museo

Peggy Guggenheim con gli orecchini Tanguy (sinistra) e Calder (destra)
VENEZIA.
Il regalo per Peggy è confezionato, pronto ad essere scartato e a suscitare meraviglia: gli orecchini di Tanguy, realizzati per la mecenate e passati dopo la sua morte a un collezionista privato, torneranno presto a Venezia. La sottoscrizione lanciata dalla Collezione Guggenheim in occasione dell'anniversario del compleanno di Peggy lo scorso agosto ha dato i suoi frutti in tempi sorprendentemente rapidi, e la preziosa icona potrà presto essere ammirata a Palazzo Venier dei Leoni.
L'impegno, però, non finisce qui. Perché c'è un altro paio di orecchini che può essere acquistato dallo stesso collezionista, disposto a cederlo: è quello firmato da Alexander Calder e i gioielli in effetti non possono restare separati. Per dimostrare la sua imparzialità tra arte surrealista e arte astratta, infatti, Peggy il 20 ottobre del 1942 all'inaugurazione della sua storica galleria Art of This Century a New York si presentò indossando a un lobo il pendente di Tanguy, all'altro quello di Calder. Da allora, quei gioielli sono diventati un'icona ed è naturale che il luogo ideale per esporli sia la casa di Peggy.
I primi 42 mila euro raccolti grazie alle donazioni di cittadini e appassionati, oltre che dei sostenitori della Collezione, hanno permesso l'acquisizione dei Tanguy; per il secondo paio si è buon punto.
Argomenti:collezione guggenheim
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