Gli albergatori rompono col Comune
Tassa di soggiorno, Simionato conferma: «Dal 1º luglio a favore della città»

Turisti in coda al museo Correr
In plateale polemica, l'Associazione albergatori e Confindustria snobbano l'invito delle commissioni comunali VI e VIII a un confronto pubblico sull'imposta di soggiorno, presenti gli assessori Simionato (Bilancio) e Panciera (Turismo). Ne contestano la sostanza: un euro a stella. Ma il Comune tira dritto e conferma il via per il 1 luglio. «Non abbiamo ricevuto alcun documento e ci sarebbe stato impossibile valutare le proposte del Comune», nota il presidente dell'Ava, Vittorio Bonacini, «un comportamento da parte del Comune non favorevole al dialogo, mancanza di rispetto per le controparti». «Abbiamo chiesto un aggiornamento per aver tempo di formulare proposte concrete», chiosa Antonello de' Medici, presidente di Federturismo. Assenti anche Federalberghi, Associazione B&b, Atav. Presente invece Paolo Burchieroni (Faita) che a nome dei 6 campeggi veneziani ha ribadito come la tassa di 0,40 euro a ospite si tradurrebbe in una mazzata pari alla Tia, caricata tutta sulle spalle dei gestori. Tesi questa confermata anche da Elio Dazzo (presidente di Aepe e Apt, ieri presente come albergatore): «I contratti con gli operatori sono già firmati per il 2011-2012, la dovremo pagare noi ed è come se ci aumentassero l'Iva dal 10 al 15%. Eppoi, ci sono bed&breakfast che offrono stanze da 160 a 1160 euro: l'imposta va calcolata sui prezzi, non sulle stelle». «La tassa va fatta pagare a tutta la filiera che vive di turismo, commercialisti compresi», insiste polemico l'ex presidente Ava Maschietto, chiamando Panciera «assessore alle Remiere». «Non mi faccio dare lezioni da nessuno: sono 40 anni che vivo di turismo», replica secco l'assessore-commerciante. Dall'albergatore Mario Rioda la proposta più dirompende: «Il Comune faccia una sanatoria delle strutture abusive, incasserà almeno 30 milioni». «Lo stiamo valutando», replica l'assessore Simionato, «intanto ci muoviamo nei solchi della legge sul federalismo, che ha fatto il governo, non noi. Certo, avremmo preferito una city tax con compartecipazione sull'Iva, distribuendo l'imposta sull'intero sistema e con ben diverse entrate a favore dei servizi ai cittadini e dell'ospitalità. Ma la norma prevede questo e mi stupisce che il ministro Brambilla - che pure l'ha votata - non abbia poi varato il regolamento attuativo, costringendoci a provvedere da soli, sulla base della legge 23 del 2000. Non è un'imposta contro qualcuno, ma a favore della città, per gestire al meglio le risorse per cittadini e ospiti: oggi servizi e manutenzione sono a carico di Comune e contribuenti, anche se ne godono i visitatori».
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