Gli affari in picchiata per gli Ncc «Ma la burocrazia ci massacra»

Nel solo comune di Venezia sono circa 140 i noleggi con conducente «Il turismo vale il 90% del nostro lavoro, la situazione è pesantissima» 

l’allarme

Nel Comune di Venezia sono circa 140 gli addetti al noleggio con conducente (Ncc) e, dall’inizio della pandemia, il loro settore è andato in picchiata. Un fatturato che si è quasi azzerato, specie per chi lavorava solo nel settore turistico, e la burocrazia che non ha invece allentato la morsa. «C’è chi ha già mollato tutto, chi è a casa senza lavoro e chi ha dipendenti in cassa integrazione», spiega Manuel Zulian, operatore di Zelarino, «La situazione è pesantissima, basti pensare che oggi siamo messi peggio di un anno fa. Due giorni fa ho potuto fare un servizio, ma era dal 2 gennaio che non lavoravo. Queste rende l’idea».

Il noleggio con conducente è diverso dai taxi, benché la finalità sia simile. Il noleggio infatti avviene su prenotazione e non su chiamata come per i taxi. «Ci sono differenze sostanziali, ma quello che non riusciamo a capire è l’accanimento della burocrazia nei nostri confronti», sottolinea Zulian. «Notiamo una disparità di trattamento con i tassisti. Lo Stato ci sta tempestando di scartoffie, adesso vuole che in auto usiamo un registratore di cassa, oltre al Pos per bancomat e carte di credito. Cose assurde, con costi sempre più elevati e disagi. Poi guardiamo a porti e aeroporti pressoché chiusi. Agli alberghi senza ospiti. Senza crociere, voli e in generale senza turismo che rappresenta il 90% del nostro lavoro, non c’è quasi più nulla. Chi lavorava con i terminal è finito in una fossa. Nulla arriva ovviamente dagli alberghi di Venezia che rappresentavano il 70% della nostra attività. In Italia, la colpa è anche nostra. Al contrario dei tassisti, tra gli Ncc non si è riusciti a muoversi in modo compatto verso il Governo, ci manca un organismo forte che ci tuteli. Ce ne sono troppi e spezzettati».

Conclude Zulian: «Ho due dipendenti in cassa integrazione: quando scadranno i termini, cosa potrò fare con questa situazione? Molti colleghi sono in crisi, c’è il rischio di licenziamenti e i continui nuovi balzelli della burocrazia ci stanno affondando. Non lavoriamo, ma i pagamenti non ce li differiscono. Faccio questo lavoro dal 1999, prima come dipendente, da sei anni come imprenditore. Non avrei mai immaginato di vivere una situazione simile». —



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